San Giorgio, Fdi: “Pochi agenti e spazi inadeguati: Lucca ha bisogno di un nuovo carcere”

Gli esponenti di Fratelli d’Italia: “Urgente intervenire anche sui rimpatri dei detenuti stranieri”

“Lucca ha bisogno di un nuovo carcere”. Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi, il consigliere provinciale Matteo Petrini, il consigliere comunale di Viareggio Marco Dondolini e il responsabile del dipartimento sicurezza e legalità Fdi Raffaele Biondo tornano a parlare del San Giorgio.

“È necessario sollecitare le istituzioni per la costruzione di un nuovo carcere a Lucca, che abbia una maggiore capienza e celle a norma. La situazione al San Giorgio è critica, come abbiamo potuto constatare grazie ai sopralluoghi effettuati – spiegano gli esponenti Fdi -. Pochi agenti e troppi detenuti, soprattutto stranieri. L’edificio risale al 1520, è fatiscente, necessita di continui interventi strutturali con grande spreco di risorse pubbliche, e presenta una situazione di sovraffollamento dovuto alla terza sezione quasi completamente inutilizzabile. Le celle sono umide, molte docce non funzionano, manca l’acqua calda. Forte il disagio psico-fisico dei detenuti molti soffrono di patologie psichiatriche, che non sono facilmente gestibili anche per una carenza del personale di polizia penitenziaria, che si trova ad operare in un contesto critico nonostante un impegno costante nell’arginare tentati suicidi, atti di autolesionismo e sedare risse”.

“Molte persone in attesa di giudizio si ritrovano in tre metri quadrati di spazio con docce inutilizzabili a causa degli scarichi intasati. Elevato il numero di detenuti extracomunitari, preoccupante la percentuale fra il numero stranieri e la totalità della popolazione detenuta. Per decongestionare il carcere, è urgente intervenire sui rimpatri dei detenuti stranieri attraverso accordi bilaterali con gli stati di origine – sottolineano gli esponenti di Fdi -. Il San Giorgio non è nato come carcere, ma in origine era un Convento di Monache, è molto complicato adeguare molte zone, che potrebbero essere adibite ad aree comuni per i detenuti, ma che per carenza di fondi restano inutilizzate. Dobbiamo considerare che un detenuto che lavora e studia dentro il carcere, potrebbe essere recuperato socialmente e reinserito successivamente nella società, con un notevole abbassamento dei casi di recidiva. Sono necessari locali comuni che permettano ai detenuti di effettuare percorsi di studio o conseguire attestati professionali che consentano il successivo reinserimento nel mondo del lavoro. Servirebbe un locale adibito a palestra e un campo di calcetto per coloro che vogliono praticare attività sportive, che consentirebbero un maggiore benessere fisico e psicologico riducendo lo stress”.(luccaindiretta)

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