Il carcere di Massama non ha più il direttore, allarme personale negli istituti sardi
Pierluigi Farci – in pensione – sarà sostituito da Marco Porcu, che segue già Uta, Isili e Lanusei
Pierluigi Farci – in pensione – sarà sostituito da Marco Porcu, che segue già Uta, Isili e Lanusei
Da due giorni il carcere di Massama non ha un direttore: Pierluigi Farci è andato in pensione e di un sostituto a tempo pieno non si parla nemmeno, per il momento. Dell’istituto di Oristano dovrebbe occuparsi Marco Porcu, il dirigente che deve seguire già Cagliari-Uta, Isili e Lanusei.
Pierluigi Farci – che seguiva ad interim anche la casa di reclusione di Is Arenas – dovrebbe quindi effettuare un doppio passaggio di consegne al collega Marco Porcu.
Oggi insomma la gestione delle carceri in Sardegna è scaricata sulle spalle di tre soli dirigenti: oltre a Porcu sono Elisa Milanesi (Alghero e Tempio ) e Patrizia Incollu (Sassari e Nuoro).
Per questo e tutti gli altri gravi problemi legati agli organici, ieri a tarda sera i sindacati di categoria hanno proclamato lo stato di agitazione permanente. Accusano il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria di non riuscire a garantire neppure la struttura di vertice, per una gestione efficiente e in sicurezza dei dieci istituti isolani.
Il Sappe, l’Osapp, la Uil-Pa, la Sinappe, l’Uspp, la Cisl, la Cgil e il Cnpp ricordano che è grave anche la carenza di sottufficiali, agenti e assistenti, costretti spesso a sopperire alle carenze assumendo incarichi di responsabilità non propri del ruolo.
“A causa della grave carenza d’organico ed alla mancanza di strumenti atti alla difesa e protezione personale”, si legge nella nota dei sindacati della polizia penitenziaria. “è a rischio la sicurezza delle donne e degli uomini del Corpo, unitamente alla sicurezza interna ed esterna degli istituti penitenziari, nonché del personale civile che opera all’interno”.
La situazione nelle carceri sarde, sottolinenao i sindacati degli agenti, “è aggravata dalla presenza di circa 700 detenuti di alto spessore criminale ristretti nei reparti detentivi (del 41-bis) e del circuito alta sicurezza”. Senza dimenticare la delicata gestione di detenuti psichiatrici.
“Il personale si sente abbandonato e spesso deve superare ostacoli insormontabili”, prosegue il documento. “Le mancate risposte ed i mancati interventi stanno creando malessere e la mole di lavoro insostenibile, determina sempre maggiori casi di stress psico-fisico. Le relazioni sindacali, che dovrebbero aiutare alla risoluzione delle problematiche, sono ormai inesistenti”.
Per questi motivi le organizzazioni sindacali, che il 21 gennaio l’ennesima segnalazione ai vertici del Dipartimento, hanno indetto per venerdì 11 febbraio Cagliari (alle 11 nella sede della Cisl) una conferenza stampa per denunciare ancora una volta le gravi criticità del sistema penitenziario isolano e motivare lo stato di agitazione del personale.(linkoristano)