“Durante l’incontro di Atreju il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, parlando della situazione carceraria ha detto che durante la sua visita delle carceri con la Corte Costituzionale ha visitato i reparti dell’articolazione della malattia mentale e quelli dedicati alle dipendenze. Non credo che il ministro menta su ciò che ha visto, ma credo, invece, che quello che ha osservato non corrisponda alla realtà esistente nella maggior parte delle carceri italiane, dove psichiatrici e tossicodipendenti non vivono in reparto dedicati e separati ma convivono insieme agli altri detenuti, in reparto, soprattutto nella media sicurezza, dove è praticamente impossibile riuscire garantire qualsiasi tutela per queste persone sicuramente più fragili ma anche più problematiche. Se il ministro si reca in visita in carceri trasformati in set cinematografici, dove si vuole rappresentare una realtà che non esiste, non avrà mai la vera percezione della reale situazione in cui si trovano le carceri italiane. Dove il lavoro della Polizia Penitenziaria è diventato impossibile, dove la sicurezza degli agenti carcerari non è garantito. Strutture inefficienti, al limite della sicurezza sanitaria e strutturale. Un sistema al collasso le cui problematiche vanno affrontate con un approccio pragmatico e non ideologico, come invece ha sempre fatto la sinistra. I discorsi ormai stanno a zero, occorre garantire maggior personale e più tutele per la Polizia Penitenziaria, insieme a strutture efficienti per garantire la certezza della pena e la giusta rieducazione. Riduzione dei detenuti stranieri che rappresentano più di un terzo dell’intera popolazione carceraria, facendo scontate la pena nei paesi di origine, cosa non difficile se si pensa che la maggioranza degli stranieri sono di origine magrebina. In tal modo avremo carceri meno sovraffollate, un notevole risparmio di risorse da investire nel sistema”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra (agenparl)

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