Resta aggiornato clicca qui e iscriviti al canale WhatsApp di Al.Si.P.Pe

Sovraffollamento e carenza di personale in carcere, ma anche percorsi formativi virtuosi: l’ispezione di Forza Italia a Lecce

LECCE – Da più di un decennio la polizia Penitenziaria continua a lanciare allarmi che riguardano la gestione del carcere leccese: poco personale e sovraffollamento sono i problemi principali che nessun governo fino ad oggi ha risolto. “Oggi abbiamo visitato le case circondariali di Brindisi e Lecce, nell’ambito dell’iniziativa fortemente voluta dal nostro segretario nazionale, Antonio Tajani, per verificare le condizioni di vita nelle carceri per i detenuti e di lavoro per gli operatori”. Lo dichiara il vicepresidente della Commissione Nazionale Antimafia e commissario regionale di Forza Italia, l’on Mauro D’Attis. “In entrambe le strutture -prosegue- abbiamo registrato un importante sovraffollamento e una significativa carenza di organico: una circostanza che determina condizioni delicate e richiede un immediato potenziamento del numero di agenti di polizia penitenziaria. Su questi due binari viaggerà il nostro lavoro dei prossimi mesi in parlamento. A Lecce la situazione è più complessa a causa delle dimensioni rilevantissime della struttura e, dunque, del numero di detenuti. A Brindisi, invece, il carcere è meno esteso e così anche la sua gestione risulta meno critica, consentendo l’avvio di programmi di rieducazione che stanno producendo ottimi risultati in un clima di serenità. Tuttavia, e’ emersa l’attualità di un provvedimento proposto dal sottoscritto nel 2008, in qualità di assessore della Giunta Mennitti, per il trasferimento del carcere dal centro alla periferia: era la delibera sul programma di rigenerazione urbana, che oggi ci occuperemo di riconsiderare con il governo. Nei prossimi giorni -conclude D’Attis- incontreremo anche le sigle sindacali regionali della polizia penitenziaria e dei dipendenti del Ministero per avere un quadro preciso utile ai provvedimenti che proporremo nei prossimi mesi”.

“I dati ufficiali -dichiara l’on Andrea Caroppo- ci dicono che la Puglia è una delle regioni con il più alto sovraffollamento nelle carceri. Quella di Lecce è una struttura molto grande, con una capienza di 700 detenuti che ne ospita, però, 1.200: uno dei dati più alti d’Italia. La sproporzione tra numero di agenti e detenuti si è acuita con l’apertura del nuovo padiglione: a fronte di ulteriori 200 posti, il personale di polizia non è stato potenziato, determinando una situazione estremamente difficile a cui si aggiunge anche l’elevata presenza di detenuti con problemi psichiatrici. Il Dl Carceri che abbiamo approvato recentemente è un buon testo su cui potremo lavorare con successo anche grazie ai suggerimenti e agli spunti che raccoglieremo in questi giorni”.

“Abbiamo parlato con i detenuti, ascoltato le loro segnalazioni e le criticità maggiori”, afferma il sen Antonio Trevisi. “Molti di loro desiderano riabilitarsi, essere utili alla collettività e avere la possibilità di reinserirsi nel contesto sociale. In quest’ottica, sono molto apprezzati i corsi formativi e Brindisi è un modello, dando la possibilità ai detenuti di rimettersi in moto nei percorsi scolastici scuole così come di imparare arti e mestieri.

È sicuramente -conclude Trevisi- un modello virtuoso da replicare anche in altre realtà della regione”.”La qualità della vita all’interno delle carceri e’ una questione di civiltà e va declinata nel rispetto della funzione educativa della pena”, aggiunge il capogruppo azzurro in Consiglio regionale, Paride Mazzotta. “Accanto a questo imprescindibile impegno che dobbiamo affrontare con concretezza, c’è quello altrettanto importante delle condizioni di lavoro e della sicurezza del personale penitenziario. In tutta la nostra regione il sovraffollamento è una realtà, che a Lecce e a Taranto raggiunge l’acme della crisi. Sono certo che al termine di questo giro di visite -continua Mazzotta- la delegazione parlamentare di Forza Italia saprà tradurre queste esigenze in provvedimenti tesi a migliorare la vivibilità e le condizioni di lavoro all’interno delle nostre case circondariali”.(corrieresalentino)

Resta aggiornato clicca qui e iscriviti al canale WhatsApp di Al.Si.P.Pe

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *