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Scoppia la protesta nel carcere di Trieste, 7 detenuti feriti e 4 ore di mediazione

Brucianti materassi e lanciati oggetti sulla strada

La protesta è scoppiata intorno alle 19, il motivo è da ricercare in un discussione degenerata sulla questione dei colloqui. A quel punto un centinaio di detenuti è riuscita ad uscire dalle celle e ha iniziato a protestare bruciando materassi, lanciando oggetti sulla strada e di fatto creando disordini in tutto il primo piano di cui hanno preso il controllo. È stata saccheggiata anche l’infermeria mentre altri detenuti si sono barricati in un’altra zona del carcere, secondo una prima ricostruzione, per cercare di evitare il contatto con i rivoltosi. La polizia penitenziaria ha provato a sedere la protesta usando anche i lacrimogeni ma la situazione si è di fatto congelata fino alle 23. Sul posto Polizia, Carabinieri, Esercito, Guardia di Finanza, Vigili del fuoco, 118 e polizia locale che ha chiuso per motivi di sicurezza via Coroneo. A cercare di mediare – oltre al direttore del Carcere Graziano Pujia, anche i rappresentanti degli avvocati, il garante dei diritti dei detenuti, Elisabetta Burla, ed Enrico Miscia rappresentante della Camera penale di Trieste. La situazione è tornata più o meno alla normalità intorno alle 23. La casa circondariale di Trieste, come molte carceri italiane, vive una situazione critica con 250 detenuti a fronte di 150 posti, la presenza di piattole e un sovraffollamento delle celle. Alla fine, secondo quanto riferito da Asugi, intervenuta con 10 ambulanze e un’auto medica, si sono registrati 7 trasporti al Pronto soccorso: 4 con malori, 1 con un’intossicazione dovuta alle esalazioni di fumo e 2 carcerati cardiopatici trasferiti fuori dal carcere per sicurezza. Enrico Miscia, rappresentante della camera penale, durante la protesa ha spiegato la situazione drammatica all’interno del carcere di Trieste definendola “non degna di questo Paese”.(ilfriuli)

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