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Il NotiziAlsippe del 26 giugno
In aula un agente racconta la violenta protesta che messe a ferro e fuoco 4 sezioni. Sono a processo 23 detenuti per radunata sediziosa e resistenza a pubblico ufficiale
CREMONA – Domenica 8 marzo del 2020, piena pandemia. Nel carcere di Cà del Ferro scoppia la rivolta. «Quando siamo arrivati in carcere, abbiamo trovato una gran confusione e un’atmosfera apocalittica». Lo ha detto uno degli agenti della polizia penitenziaria oggi, seconda udienza del processo nei confronti di 23 detenuti accusati, a vario titolo, di radunata sediziosa, violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.
La rivolta interessò le sezioni A, C, D , E. Le urla dei detenuti: «Vogliamo il tampone, fateci il tampone. Vogliamo la libertà, oggi usciamo, distruggiamo tutto. Ci fate morire, mandateci fuori in libertà. Vi ammazziamo tutti». Sgabelli spaccati, finestre divelte. Pezzi e sbarre lanciati contro gli agenti, sedie in plastica e coperte date alle fiamme, focolai, un box sfondato, vetri in mille pezzi, telecamere rotte, plafoniere distrutte. Il buio e la coltre di fumo. Due agenti intossicati, un altro colpito al naso con un pugno.
Il teste del pm onorario, Silvia Manfredi, ha descritto «l’Apocalisse: c’era acqua che colava da tutte le parti, fumo, colleghi che cercavano di entrare nella sezione C dove i detenuti avevano lanciato suppellettili e si erano barricati all’interno della sezione. Cercavano di guadagnarsi strada attraverso un box di vigilanza collegato con la scala. Minacciavano di distruggere tutto».
E tra i detenuti, «il più facinoroso era uno con la maglietta tipo Sandokan». Quella notte di rivolta, gli agenti fecero su e giù per sgomberare le sezioni invase dal fumo. Lo era anche la E, al quarto piano. «Avevamo fatto defluire i detenuti della sezione E lungo le scale fino alla zona cortili – ha raccontato un altro agente -. Eravamo tornati indietro per chiudere il cancello, quando un detenuto ci è venuto incontro. Si è tolto la maglietta e ha cercato lo scontro fisico con noi che eravamo spalle al muro. Ha sferrato un pugno a un collega, mi ha strappato lo sfollagente».
Un altro agente: «Uno dei detenuti incitava a creare disordini e ad appiccare il fuoco a cartoni, ceste e materassi. Alla fine, tutto il corridoio della sezione C era completamente bruciato». L’agente si intossicò e fu portato al Pronto soccorso. Il 3 luglio si difenderanno tre detenuti.(laprovinciacr)
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