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Mastacchi (Rete civica): ‘Alla Dozza scarso riscaldamento, al cronico sovraffollamento e alla inadeguatezza della struttura’
Con un question time all’Aula il Consigliere Mastacchi, capogruppo di Rete Civica – Progetto Emilia Romagna, interviene presso la presidente dell’Assemblea Legislativa e la Giunta per chiedere interventi urgenti a soluzione dei pesanti disagi che si registrano nel carcere della Dozza a carico dei detenuti e con loro di agenti, medici e infermieri, dovuti allo scarso riscaldamento, al cronico sovraffollamento e alla inadeguatezza della struttura.
‘È ancora fresco il ricordo dei disordini nelle carceri durante la pandemia da Covid e torna il mai risolto problema del sovraffollamento, in una struttura vecchia e fatiscente come quella della Dozza, dove in una cella singola convivono fino a quattro persone, con tutti i disagi igienici e psicologici del caso, tanto che a luglio è stato sospeso l’ingresso di nuovi carcerati per alcuni giorni.
Sezioni ancora chiuse, perché in ristrutturazione, e l’interruzione dei lavori per la realizzazione del nuovo padiglione a causa del fallimento della ditta incaricata, non contribuiscono a migliorare una situazione con numeri già ben oltre la capienza massima della Casa Circondariale: 812 detenuti su una capienza massima di 500. Per contro il personale della penitenziaria diminuisce rapidamente, anche a causa dell’influenza che ha colpito in questo periodo diversi agenti, a seguito delle pessime condizioni interne dovute anche alla ridotta erogazione del riscaldamento’ – afferma Mastacchi.
‘La carenza di organico del personale penitenziario, educativo e medico, rende sempre più complesso contenere le intemperanze dei detenuti più problematici, accentuate dal sovraffollamento della struttura, e la ridotta erogazione del riscaldamento non fa che alimentare ancora di più il malcontento dei detenuti già costretti a condividere spazi angusti.
Il Consigliere Mastacchi interroga la Giunta per sapere quali azioni intende attivare per evitare che una situazione già particolarmente complessa non vada a replicare ciò che è successo tre anni fa con il Covid, quando i disordini in cento penitenziari italiani portarono alla morte di 13 detenuti, uno dei quali proprio alla Dozza e se non ritenga opportuno intervenire in merito agli orari di apertura del riscaldamento nella struttura, per ridurre immediatamente i disagi di agenti, medici e infermieri nonché dei detenuti. L’Assessore Taruffi risponde che le competenze sono in capo al Ministero di Giustizia e alle articolazioni delle stesse sul territorio. I diversi uffici regionali hanno già sollecitato gli Enti competenti in merito a queste problematihe e nello specifico a quella del riscaldamento, anche prevedendo lo spostamento dei soggetti ristretti, in spazi e celle più adeguati. L’ultima ispezione è stata effettuata l’11 di novembre e si è riscontrato che viene garantita una temperatura invernale tra i 18 e i 20 gradi. Per l’inadeguatezza del personale di polizia penitenziaria, sono in linea con i restanti istituti del distretto. É evidente che c’è un problema, quello del sovraffollamento e che siano insufficienti i provvedimenti presi dal Ministero. Concorda il Consigliere Mastacchi, che sottolinea che pur essendo il tema di competenza nazionale e non regionale, è importante far sapere che il problema è conosciuto e tenuto sotto osservazione. All’interno di quelle strutture oltre ai detenuti ci sono lavoratori, che vivono condizioni stressanti di lavoro già normalmente e ulteriori disagi non aiutano. Il problema si pone inoltre non solo nel carcere della Dozza ma anche in quello minorile del Pratello dove c’è l’aspetto, anche più delicato, della proiezione dei problemi su persone minori sulle quali l’impatto è maggiore in una prospettiva di recupero futuro. Tutti noi, per quanto possibile dobbiamo tenere i riflettori accesi’.(lapressa)