Nordio ai nuovi direttori: “in carcere, coniugare sicurezza e rieducazione”
“Avete un compito straordinariamente difficile: coniugare la sicurezza e la rieducazione. Noi ci stiamo battendo affinché le carceri siano sempre più idonee ad assolvere a queste due funzioni”.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha voluto incontrare – sia pur da remoto – e salutare di persona i 56 nuovi dirigenti penitenziari, che entro il 20 novembre prenderanno servizio negli istituti a cui sono stati assegnati. Sono i vincitori dell’ultimo concorso per dirigenti penitenziari bandito da Via Arenula dopo 25 anni di attesa: dopo un anno di formazione specifica e sul campo, ora sono pronti ad iniziare il loro lavoro.
C’è “una nuova generazione di direttori”, ha sottolineato il Guardasigilli, soffermandosi sui visi “a volte estremamente giovani” dei dirigenti collegati da varie parti d’Italia. Nel suo saluto, Nordio ha richiamato più volte il principio della rieducazione, “imposta dalla nostra Costituzione, ma anche dall’utilità e dalla convenienza sociale. Per questo abbiamo avviato contatti – ha aggiunto il Ministro – con diverse associazioni per il progetto che noi chiamiamo ‘recidiva zero’: assicurare il lavoro al detenuto che viene posto in libertà” ed evitare così anche che torni a delinquere.
E questa anche la sfida a cui si preparano i nuovi direttori. “Il percorso che vi attende è delicato, ma anche molto coinvolgente”, ha premesso il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, secondo il quale si tratta di “un parterre di giovani professionisti molto motivati, ma soprattutto molto attrezzati dal punto di vista della formazione e degli ideali”.