Oltre Canton Mombello, verso un tavolo di lavoro per il nuovo carcere
Che sia la volta buona? Le premesse ci sono tutte, a partire dalle parole pesanti del presidente della Corte d’appello di Brescia Claudio Castelli che questa mattina ha convocato al PalaGiustizia la politica, le istituzioni e tutte le parti in causa per provare ad avviare in modo decisivo la svolta del superamento di Canton Mombello.
Il circondariale cittadino è da anni al collasso. Il sovraffollamento è endemico e la struttura supera abbondantemente il secolo di vita. A più riprese assurge alla ribalta delle cronache per i fatti di cronaca che avvengono all’interno (soprattutto aggressioni e risse) e subito dopo ci si interroga su da farsi, salvo poi dimenticarsene.
Anche questa mattina è stata unanime la volontà di andare oltre il Nerio Fischione, di chiuderlo definitivamente. Tramontato il primo progetto di ampliamento del carcere di Verziano che prevedeva l’infausta eliminazione del centro sportivo oggi presente, bisogna partire con un nuovo tavolo di lavoro per raggiungere quanto prima una soluzione.
“Speriamo di non perdere tempo, oggi abbiamo riscontrato una buona disponibilità da parte di tutti – ha detto Castelli – A questo punto speriamo che le buone intenzioni manifestate dalla politica e le esigenze rappresentate con grande efficacia dal dipartimento di amministrazione penitenziaria e dalla direzione possano trovare uno sbocco”.
Castelli sottolinea come sia un problema che riguarda anche i magistrati, perché “siamo noi – dice – che condanniamo la gente, che mettiamo in galera la gente e a questo punto dobbiamo avere la garanzia che le persone vadano in un luogo dove c’è la possibilità di rieducazione, di recupero. Dove la pena viene scontata per quello che deve essere: afflittiva, ma né degradante, né inumana”.
Sul tema dei fondi per costruire il nuovo carcere di Brescia, il presidente della Procura generale Guido Risoli ha lanciato una mezza provocazione: “Si potrebbe pensare di indirizzare verso questo carcere i denari che vengono confiscati alla criminalità in modo definitivo a Brescia – spiega – Il sistema giudiziario bresciano potrebbe così contribuire dal punto di vista delle risorse”.
Il primo passo sarà quindi quello di attivare quanto prima un tavolo di lavoro che coinvolga attivamente tutte le realtà coinvolte, con un apporto fattivo anche della Direzione carceraria e del Tribunale di sorveglianza. Fondamentale sarà poi il lavoro concreto della politica, oggi presente in tutte le sue sfumature, per portare quelle che sono le istanze di un intero territorio là dove si decide.(elivebrescia)