Aggressione a Massama: “È allarme rosso nelle carceri sarde. La Regione intervenga”
La consigliera regionale del gruppo Alleanza Rosso Verde Laura Caddeo interviene sul grave episodio dei giorni scorsi
“Come dimostra il recentissimo episodio nella casa circondariale di Massama, dove alcuni agenti della Polizia penitenziaria hanno subito una violenta aggressione da parte di un gruppo di detenuti, anche in Sardegna la situazione delle carceri è da allarme rosso.” Ad affermarlo la consigliera regionale del gruppo Alleanza Rosso Verde, Laura Caddeo, che è tornata sull’aggressione dei giorni scorsi messa in atto da alcuni reclusi nel carcere oristanese.
“Bisogna dirlo”, continua Caddeo, “non è una condizione straordinaria della nostra isola e rientra in un quadro complessivo gravissimo delle carceri in Italia: non c’è stato giorno, soprattutto in questi ultimi mesi estivi, in cui non siano uscite sulla stampa notizie terribili sulle condizioni dei detenuti tra sovraffollamento, suicidi, dipendenze e alto tasso di patologie psichiche nonché sulle condizioni di lavoro inumane di agenti e operatori del sistema carcerario. E non sembra che le recenti e discutibili proposte ipotizzate dal governo nazionale possano apportare un qualche beneficio in un contesto indegno di un paese civile.”
Nella casa circondariale sono state riscontrate diverse problematiche. “Nel carcere di Massama”, dichiara ancora la consigliera rossoverde, “sono detenute 250 persone di cui circa il 63% nei circuiti di Alta Sicurezza legati a condanne per reati mafiose o connessi al traffico di stupefacenti: un alto tasso di reclusi problematici, dunque. Nei giorni scorsi la struttura è stata oggetto di una visita da parte dell’Associazione Antigone, da sempre in prima linea sulla questione carceri nel nostro paese”.
L’esito della visita non è dei migliori. “Gli osservatori”, spiega Caddeo, “hanno rilevato parecchie criticità: per esempio, la struttura ha pochi spazi comuni che devono essere usati a turno dai detenuti e l’assistenza sanitaria all’interno dell’istituto, che ospita una popolazione di età media elevata e con molti anni di detenzione alle spalle, è inadeguata. Sono problemi che, come denunciato anche dai sindacati della polizia penitenziaria, si ripercuotono drammaticamente sul lavoro degli agenti di custodia, sempre in carenza d’organico.”
“In questa situazione complicatissima, tuttavia, il poco spazio di intervento di pertinenza dell’amministrazione regionale è inerte: l’ho rimarcato più volte in questa legislatura e più di un anno fa, nel giugno del 2022, presentai un’interrogazione indirizzata all’assessore della Sanità incentrata sul rischio suicidario nelle carceri e la questione sull’effettiva composizione e operatività dell’Osservatorio regionale permanente sulla Sanità penitenziaria. Quell’interrogazione è rimasta, come tante altre senza risposta. Ma, e questo è ancora più grave, nulla si è mosso sul fronte dell’Osservatorio regionale: mentre gli istituti di pena della Sardegna diventano trappole in molti casi mortali per chi è recluso e chi ci lavora”, conclude Laura Caddeo, “la Regione continua a guardare da un’altra parte.”(linkoristano)