Detenuti psichiatrici nell’Isola, l’appello dei sindacati: “Una sola residenza non basta”
“A circa dieci anni di distanza dall’emanazione del decreto legge che ha soppresso gli ospedali psichiatrici giudiziari la situazione è gravemente peggiorata. Le Regioni sarebbero dovute intervenire per la sistemazione dei detenuti psichiatrici nelle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza ma, quanto fatto fino ad oggi non è sufficiente a fronteggiare tale problematica tante che ve ne è una esistente a Capoterra che pare abbia solo 16 posti a disposizione, certo insufficienti ad ospitare le decine e decine di detenuti psichiatrici presenti nelle nostre carceri”. La denuncia arriva dalla segreterie regionali dei sindacati della polizia penitenziaria Osap, Fns Cisl, Cgil Fp Pp e Cnpp, che hanno scritto all’assessore regionale alla Sanità, Carlo Doria, per sollecitare un incontro “urgente” sul tema.
“Il sistema penitenziario isolano soffre da tempo una forte carenza di organico, sia del comparto sicurezza, quindi unità di polizia penitenziaria ed in particolare di direttori e dirigenti penitenziari, sottufficiali ed agenti/assistenti, finanche il personale amministrativo è in forte sofferenza – si legge nella missiva -. Da troppo tempo, ormai anni, la gestione delle dieci carceri sarde è diventata una scommessa quotidiana che per svariate problematiche, da aggiungere a quelle sopra menzionate, è impossibile vincere ma, nonostante ciò, si perde poche volte ed il tutto grazie allo spirito di corpo ed abnegazione al dovere di chi vi opera giornalmente, Polizia Penitenziaria in primis che è chiamata a garantire la sicurezza dei penitenziari sia all’interno che all’esterno”. “Una delle problematiche che maggiormente affligge la polizia penitenziaria, e per la quale subisce continue aggressioni verbali e fisiche, è la gestione dei detenuti psichiatrici. Persone mentalmente instabili che ogni giorno aggrediscono poliziotti penitenziari, infermieri, dottori, altri detenuti, distruggono le camere di pernottamento e sobillano intere sezioni detentive – aggiungono -. Come potrà immaginare lavorare in questi contesti è veramente difficile e sacrificante sia a livello fisico che psichico considerato che comunque non ci sono sufficienti figure professionali che si occupino in modo continuativo di questi soggetti, basti pensare alla quasi inesistente figura dello psichiatra il quale non può certo essere sostituito dalla polizia penitenziaria”.(sardiniapost)