Boccata d’ossigeno per la Dogaia, promessi rinforzi per la Penitenziaria e via i detenuti “problematici”

Incontro tra il provveditore e i sindacati sulle principali criticità della casa circondariale. Presi impegni precisi sull’adeguamento della pianta organica e sulla concentrazione di detenuti protagonisti di disordini e aggressioni sia a Prato che in altre città

Meno detenuti ‘problematici’ e più polizia penitenziaria alla Dogaia. Sono questi i due impegni principali assunti dal provveditorato regionale che hanno spinto i sindacati a sospendere lo stato di agitazione proclamato due settimane fa in seguito all’ennesima aggressione di un detenuto nei confronti di un agente, finito all’ospedale con il setto nasale e due denti rotti .
L’incontro tra il provveditore Pierpaolo D’Andria e i rappresentanti di Sappe, Osapp, Uil, Uspp, Fsa-Cnpp e Fp Cgil sembra aver ricomposto la frattura. Le diverse questioni all’ordine del giorno, a cominciare dalle ripetute aggressioni al personale per arrivare alla carenza di organico, avrebbero trovato risposte che ora dovranno essere trasformate in fatti. Impegni precisi davanti ai quali il sindacato ha fatto subito un passo indietro sospendendo lo stato di agitazione e l’astensione dalla mensa obbligatoria di servizio.
Il provveditore ha deciso che i detenuti che hanno creato o creeranno problemi e disagi saranno allontanati dalla Dogaia, che i detenuti protagonisti di intemperanze in altre carceri non saranno assegnati a Prato, che sarà chiesto al Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) di procedere ad una assegnazione straordinaria di personale per adeguare una pianta organica da molto tempo fortemente carente. Qualche numero per descrivere la carenza: gli ispettori in servizio sono 22 sui 40 previsti e i sovrintendenti appena 18 sui 58 che dovrebbero essere. Numeri che parlano da soli e che descrivono al meglio la criticità operativa della polizia penitenziaria. L’idea è quella di verificare l’interesse di ispettori e sovrintendenti di altre carceri ad accettare un trasferimento – tecnicamente ‘missione’ – a Prato per due mesi, in attesa dei trasferimenti a livello nazionale che riguarderanno agenti e assistenti e rispetto ai quali il provveditorato vorrebbe intercettarne venti per la Dogaia.
Quanto ai detenuti violenti, autori di aggressioni e danneggiamenti, è stato disposto il blocco degli ingressi che, dall’inizio del 2023, sono aumentati rispetto al passato: almeno quattro al mese gli arrivi da altre carceri. E questo senza che vi siano uscite, senza cioè che quei detenuti che creano problemi alla Dogaia vengano assegnati ad altre strutture. Non arriveranno detenuti problematici da altre carceri e quelli problematici che sono a Prato saranno trasferiti, cambiando in questo modo l’equilibrio degli ultimi anni. Nel 2021, alla Dogaia sono arrivati 35 detenuti protagonisti di intemperanze altrove e ne sono stati allontanati 13; nel 2022 il rapporto è stato di 40 a 18 e quest’anno il rapporto è attualmente di 15 a 6.(notiziediprato)

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