Il lavoro in carcere non è una generosa concessione dello Stato nei confronti dei condannati, ma la migliore soluzione, anche a fronte dell’analisi dei dati sulla recidività, perché una volta scontata la pena, il detenuto non torni più a violare le leggi.

Nessun liberi tutti, ma pene eseguite in modo rigoroso, secondo le indicazioni della nostra Costituzione che prevede il fine rieducativo delle sanzioni.

Di questo e di una nuova visione del trattamento dei detenuti ho discusso oggi con il Capo di Gabinetto, Alberto Rizzo, il Capo del Dap, Giovanni Russo, i direttori generali Massimo Parisi, Gianfranco De Gesu e Pietro Buffa, insieme ai provveditori regionali dell’amministrazione penitenziaria.

Ringrazio i provveditori che hanno partecipato all’incontro, di cui riconosco l’impegno e la grande professionalità. Certamente esistono criticità negli istituti italiani, ma sono numerose anche le esperienze positive e le buone pratiche, anche se spesso non fanno notizia. Raccontiamole di più e lavoriamo insieme per la sicurezza e la qualità della democrazia del nostro Paese!

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