L’agente ha rischiato di colpire un termosifone con la testa. I sindacati: “Servono interventi rapidi e concreti, che possano ripristinare serenità e sicurezza sul posto di lavoro”
Non è bastato lo spirito natalizio a frenare l’ondata di violenza che sta colpendo, da mesi e inesorabilmente, il carcere di Ferrara.
È di mercoledì (4 gennaio) la notizia di una grave aggressione compiuta nei confronti di un giovane agente. Dalle prime informazioni acquisite, sembrerebbe che, senza una qualsivoglia avvisaglia, un detenuto di nazionalità italiana avrebbe violentemente spintonato il malcapitato poliziotto, durante un controllo di routine.
L’agente, caduto rovinosamente a terra, sarebbe poi riuscito a rialzarsi velocemente e a chiamare i rinforzi, in modo da salvaguardare la sicurezza del reparto detentivo. Solo la fortuna sembrerebbe aver evitato all’operatore di sbattere la testa contro un termosifone, distante pochissimi centimetri dal punto di caduta.
Al poliziotto penitenziario coinvolto sono stati, al momento, riconosciuti cinque giorni di prognosi per una brutta contusione al fianco, in attesa dell’esito di ulteriori esami strumentali, mentre – attaccano le sigle sindacali – “non si comprende come mai si sia preferito non isolare temporaneamente il riottoso detenuto dalle attività in comune, come disposto dalla normativa”.
I sindacalisti poi aggiungono: “È, comunque, da diversi mesi che ci si troverebbe di fronte alle intemperanze del solito detenuto appartenente al circuito dell’Alta Sicurezza che, attraverso una sorta di ‘rete di seguaci’, sfrutterebbe le numerose falle di un sistema penitenziario gravemente in sofferenza. Il ristretto in questione, nell’ultimo periodo, si sarebbe reso protagonista di innumerevoli atti disciplinarmente e penalmente rilevanti, ma l’amministrazione sembra non voler riconoscere il totale esaurimento dell’importante lavoro di gestione dello stesso svolto dal personale del penitenziario estense, che ha consentito, per diversi mesi (più di ogni altra sua precedente assegnazione), una, seppur instabile, ma efficace gestione, ovviamente nei limiti delle umane capacità. Una situazione che rischia di minare anche la sicurezza della casa circondariale, con possibili scomodi risvolti sulla salute del personale”.
“Il personale di polizia penitenziaria di Ferrara – proseguono i sindacati – si troverebbe anche a dover registrare, sempre più spesso, le lamentele di gran parte della popolazione detenuta, che starebbe manifestando un crescente malessere per il modo di gestire gli eventi più violenti, non arginati adeguatamente, anche dal punto di vista disciplinare”.
Nel mentre, le organizzazioni sindacali, che rappresentano la totalità del personale in servizio, annunciano ulteriori forme di protesta, in attesa “di interventi rapidi e concreti, che possano ripristinare un minimo di serenità, se non di sicurezza, sul posto di lavoro”.(estense.com)