Carceri: sindacati, Vallette sfuggita di mano ai vertici
La situazione “sembra essere sfuggita di mano” ai vertici del carcere torinese delle Vallette “al punto che gli agenti e anche i sottufficiali di polizia penitenziaria non possono svolgere più il proprio lavoro senza essere aggrediti con disinvolta violenza” dai detenuti. È quanto affermano le organizzazioni sindacali di categoria Sappe, Osapp, Uil-Pa-Pp., Sinappe, Fns Cisl, Fsa Cnpp, Cgil-Pp, che in una nota congiunta denunciano alcuni episodi avvenuti nei giorni scorsi. Il 15 settembre un giovane italiano, non gradendo il trasferimento da una cella all’altra, ha sferrato due pugni a un agente, che è stato medicato in ospedale e dimesso con una prognosi di sette giorni. Il 17 settembre un italiano in regime di alta sicurezza, considerato appartenente a un’associazione di stampo mafioso, ha percosso un agente (5 giorni di prognosi) perché gli era stato impedito di recarsi in una sezione di detenuti comuni. “Il 18 settembre – prosegue la nota – un detenuto di nazionalità marocchina ha lanciato il piatto di pasta in faccia a un agente, attingendolo ripetutamente con sputi al volto”.
“E’ un dato di fatto – affermano i sindacati – che nell’istituto torinese sino al 2020 non si erano verificate neanche le rivolte collettive che si verificarono in diversi istituti d’Italia in occasione della normativa dell’8 marzo (sulla questione Covid – ndr) né si è mai registrato un numero cosi elevato di aggressioni, divenute ormai tristemente quotidiane. Questa situazione si ripete puntualmente tutti i giorni e il personale è abbandonato a se stesso nel silenzio più totale dei vertici locali, regionali e del Dap che sono silenti e che continuano a non allontanare i detenuti violenti ne’ ad emanare le necessarie disposizioni per gestire tali eventi critici”. “In mancanza di tutele datoriali – e’ la conclusione – le organizzazioni sindacali riterranno anche l’Amministrazione e i suoi vertici responsabile di tali fatti delittuosi per inosservanza degli obblighi giuridici di tutelare la integrità psico-fisica del personale nonché la sicurezza dell’ordine e della sicurezza all’interno dell’istituto, riservando a tal fine ogni azione, ragione e diritto. Il capo del Dap e la Ministra Cartabia, se ci sono, battano un colpo. La politica faccia altrettanto, considerando l’escalation delle aggressioni in tutta Italia quale emergenza nazionale”. (lospiffero)