Aggressione in carcere: 50 punti di sutura per l’agente ricoverato a Belcolle

I sindacati scendono in piazza: ”Mammagialla non è la discarica degli istituti penitenziari del Lazio”

Una cinquantina di punti di sutura in testa e due denti rotti. E’ ancora ricoverato a Belcolle un assistente di polizia penitenziaria rimasto vittima ieri di una brutale aggressione in carcere. Ci sono volute diverse ore per ristabilire la calma. Pare che l’autore sia stato individuato.

Non si sa ancora con esattezza cosa sia accaduto, sta di fatto che ieri nella sezione detentiva l’agente sarebbe intervenuto per sedare una colluttazione  tra diversi detenuti quando è stato colpito, non si sa se con una caffettiera o con un altro oggetto, riportando ampie ferite alla testa e alle mani.

Il caso, che sa un po’ di beffa, ha voluto che l’aggressione si consumasse poche ore dopo dall’annuncio dei sindacati di categoria di una manifestazione in piazza del Plebiscito lunedì e martedì prossimo con conseguente stato di agitazione del personale. 

”La casa circondariale di Viterbo sta implodendo motivo per cui siamo costretti a scendere in piazza per dimostrare e rappresentare il disagio del personale di Polizia penitenziaria operante – hanno scritto Luca Floris (Sappe) Felice Maffettone (Sinappe), Mirko Petroselli (Osapp), Mauro Bernabucci (Uspp), Ciro Di Domenico (Cgil), Danilo Picchio (Cnpp) e Maurizio Orlandi (Cisl) –  L’organico è stato eroso negli anni, in primis dalla legge Madia con taglio netto e lineare alla pianta in ribasso verso il livello sub minimo (da 542 a 343 totali 266 agenti amministrati) e subito dopo, con non meno impatto, dal turn over dei pensionamenti (solo negli ultimi due anni sono andati in quiescenza circa 20 unità rimpiazzate dai trasferimenti con sole 6 unità).

Previsione di perdita effettiva nel 2022 ben 18 unità!!!

Pesano sul reparto l’unita di medicina protetta di Belcolle divenuto polo ospedaliero di tutto il centro Italia (ma gli uomini li paga Viterbo) e il Rom (reparto operativo mobile con i detenuti 41 bis).

Nel 2006 all’apertura della UOMP erano stati promessi rinforzi per il reparto che cedeva ben 32 uomini in pompa magna. Bene, da allora mai nessun rinforzo, aiuto o poliziotto è stato inviato da PRAP o DAP. La casa circondariale di Viterbo ha pagato lo scotto di dover destinare 32 uomini sguarnendo non poco la forza operativa dell’istituto.

Sono diventati esecutivi gli accordi che prevedono il passaggio del personale che opera con i 41 bis alla forza organica del GOM centrale (così di fatto alleggerendo il carico del reparto locale che altrimenti vede una presenza di uomini sulla carta che pero non gestisce per servizi propri). Ben 15 unità iniziali assegnate a Viterbo tuttora sono sulla carta a Viterbo di fatto bloccando eventuali rinforzi e nessun atto dell’amministrazione sembra “sbloccare” i movimenti”.

Le organizzazioni sindacali sottolineano il numero dei detenuti psichiatrici che rimane costante, i casi di aggressione e i turni che sono sempre più spesso di 12 ore giornaliere.

Ora dicono basta e scendono in piazza. ”L’Amministrazione non deve più considerare l’istituto viterbese un istituto di serie “B” o ancora peggio una “discarica” degli istituti romani o laziali in genere – scrivono le organizzazioni sindacali – chiediamo, almeno per il fine 2022 o inizio 2023, che ci vengano riconosciute le unità in pianta organica destinate al GOM e solo sulla carta in carico a Viterbo”.(viterbonews24)

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