Dap, Renoldi all’inaugurazione dell’aula bunker di Trani
Il 5 maggio 1971, un attentato metteva fine alla vita di Antonio Lorusso, appuntato degli agenti di custodia, e a quella del procuratore della Repubblica di Palermo, Pietro Scaglione. A 51 anni esatti da quella tragedia, è stata inaugurata l’aula bunker dell’istituto penale di Trani e intitolata, appunto, ad Antonio Lorusso
“Una ferita tuttora aperta per lo Stato, poiché non sono mai stati assicurati alla giustizia né i mandanti né gli esecutori dell’efferato duplice omicidio”, ha dichiarato il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Carlo Renoldi, intervenendo all’evento inaugurale. “Una persona mite e un collaboratore leale – ha continuato Renoldi, descrivendo Lorusso – che non esitò ad anteporre lo spirito di servizio alla propria carriera professionale: rinunciò a frequentare il corso di vice brigadiere per continuare a collaborare con il procuratore Scaglione”.
Alla cerimonia sono intervenuti il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, il direttore generale Risorse materiali e tecnologie del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria Massimo Orlando, il presidente della Corte d’appello di Bari Francesco Cassano, il presidente del Tribunale di Trani Antonio De Luce, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Trani Renato Nitti, il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Trani Tullio Bertolino e il direttore dell’istituto penitenziario Giuseppe Altomare. Prima della scopertura della targa commemorativa, Salvatore – il figlio di Antonio Lorusso, che il giorno della morte del padre aveva due anni – ha fatto un ritratto della figura paterna.
Antonio Lorusso nativo di Ruvo di Puglia – in provincia di Bari -, nel 1957 entrò nell’allora Corpo degli agenti di custodia, a 28 anni. Dopo il corso di addestramento, venne assegnato all’Ucciardone di Palermo per essere impiegato come autista presso gli uffici giudiziari della città. Incarico che svolse con grande professionalità, come testimoniano i riconoscimenti con i quali venne lodato prima dal procuratore capo Palmeri e, successivamente, dal nuovo procuratore Scaglione. Quel 5 maggio, i corpi di entrambi furono rinvenuti, crivellati da colpi di arma da fuoco, nell’auto di servizio all’esterno del cimitero dei Cappuccini a Palermo: il magistrato si trovava lì per pregare sulla tomba della moglie. Persero la vita prima di arrivare in ospedale.
Lorusso lasciò la moglie Maria Dora e due figli piccoli, Felice e, appunto, Salvatore. Riconosciuto “Vittima del Dovere” dal ministero dell’Interno, alla sua memoria è stata intitolata la Casa Circondariale di Palermo Pagliarelli.