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Fiamme Azzurre, Zaynab Dosso argento mondiale per la storia
Non sempre è la somma che fa il totale, come invece avrebbe detto l’immortale Totò. Zaynab Dosso agguanta l’argento dei 60 metri ai Mondiali indoor di Nanchino, ma dopo essere stata la più veloce sia in batteria sia in semifinale e comunque restando ai vertici delle classifiche assolute stagionali con il 7”01 che due settimane fa le aveva regalato l’oro europeo ad Apeldoorn.
Stavolta la sprinter delle Fiamme Azzurre corre la finale in 7”06 (dopo aver segnato e 7”09 e 7”07 per vincere le prime due volate di giornata), ma al terzo turno in 9 ore non riesce a ritrovare la solita brillantezza in partenza. E così cede 4/100 già allo sparo nei confronti della svizzera Mujinga Kambundji (argento continentale in Olanda), tanto che non può completare la rimonta in una gara così breve: due centesimi alla fine dividono “Za” dalla rivale elvetica, che in questa giornata cinese aveva sicuramente risparmiato più energie.
Storicamente l’argento del “Nanjing Cube” è il miglior piazzamento mondiale mai ottenuto da una velocista italiana in una storia atletica lunga oltre un secolo anche al femminile: l’esordio internazionale in pista per le donne risale infatti all’aprile 1921, con la prima edizione dei Giochi Mondiali Femminili a Montecarlo, per quelle che vennero poeticamente definite le “Olimpiadi della Grazia”, ancor prima dell’apparizione inaugurale nei Giochi Olimpici, ad Amsterdam 1928.
Così come il titolo continentale conquistato 15 giorni or sono dalla nostra Zaynab era stato il primo portato a casa da una velocista azzurra.
Dopo la finale, l’atleta allenata da Giorgio Frinolli (tecnico della Polizia Penitenziaria e della nazionale italiana) si è concessa alle interviste dell’Ufficio Stampa della Fidal: “Mi aspettavo molto da me stessa – le parole di Zaynab Dosso – ma nei 60 metri la partenza non perdona. Ho sbagliato e ho pagato, però allo stesso tempo sono molto orgogliosa del mio percorso: se penso a tre anni fa, non mi sarei mai aspettata di vincere una medaglia e oggi sono quasi delusa per l’argento, mi fa strano. Volevo quest’oro, per me e per l’Italia, e continuerò a lavorare. In semifinale avevo sbagliato la partenza, poi in finale mi sono detta di mettermi sui blocchi tardi, lo starter ci ha tenuto comunque tanto e mi sono un po’ distratta. È stato difficile correre rilassata, ma sono contenta di non aver mollato. Un pensiero va anche allo staff medico federale, perché sono rimasta ferma una settimana dopo gli Europei per un problema allo scafoide e sono grata di essere riuscita a correre. Per me è un punto di partenza per la stagione all’aperto”.
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