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Il NotiziAlsippe del 30 ottobre

Non riceve lo stipendio per 30 anni: la storia di un agente penitenziario a Trapani

TRAPANI – Ha atteso 30 anni per ricevere gli stipendi arretrati: questa l’inusuale storia che ha visto protagonista un agente penitenziario in servizio a Trapani il quale, dopo aver richiesto un trasferimento in ufficio per motivi di salute, non ha più ricevuto un centesimo per tre decenni.

Senza stipendio per 30 anni

La vicenda ha avuto inizio nel 1992, anno nel quale l’agente aveva richiesto il trasferimento ed era stato “momentaneamente” sospeso dal servizio. È stato però necessario attendere ben nove anni l’esito di una sentenza del Tar nel 2003, e altri tre anni, una conferma del Consiglio di giustizia amministrativa nel 2006, per stabilire che doveva essere effettuato un nuovo accertamento medico.

Nel frattempo, il ministero continuava a non fissare la visita ed era necessario un giudizio per fare eseguire la sentenza. Solo nel 2012, dopo oltre 20 anni di calvario, l’agente scelto del corpo di polizia penitenziaria è stato inquadrato come amministrativo in un ufficio del ministero a Trapani.

Per tutto il periodo tra il 1995 e il 2012, però l’agente non ha ricevuto lo stipendio, come più volte richiesto.

La battaglia legale

Nel 2015, l’uomo ha deciso di affidarsi allo studio legale Palmigiano e Associati e, con l’assistenza degli avvocati Alessandro Palmigiano e Licia Tavormina, ha avviato una causa per ottenere un risarcimento economico.

Con sentenza del 2023, il Tar ha accolto la tesi dei legali e ha quantificato la somma per l’equivalente del 50% delle retribuzioni, tenendo conto che, in quegli anni, l’uomo aveva comunque svolto qualche attività, per una somma di circa 156mila euro, oltre agli interessi.

Le mosse del ministero

Ma il ministero, invece di procedere con il pagamento, ha chiesto al lavoratore di “rendere dichiarazione delle somme eventualmente percepite a qualsiasi titolo nel periodo 18 marzo 1995 e fino al 2012” e trasmettere la relativa documentazione.

Secondo i legali della vittima, il ministero avrebbe detratto da tale somma quanto percepito dal lavoratore in quegli anni e versato solo 80mila euro. Per di più, contrariamente a quanto stabilito dal Tar, non applicando alcuna somma a titolo di interesse.

Storia a lieto fine

Con provvedimento del 7 ottobre 2024, il Tar ha finalmente chiuso una vicenda durata quasi 30 anni, condannando il ministero della Giustizia ed il ministero dell’Economia ad attenersi alle cifre indicate in sentenza e, quindi, a pagare la somma restante.

Sono lieto del risultato – ha commentato il legale Alessandro Palmigiano –, la vicenda meritava giustizia sia sotto un profilo morale che per il risarcimento del danno. Una storia lunga trent’anni che finalmente trova un esito positivo”.(newsicilia)

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