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Modena. Platis (FI): “Nel carcere situazione esplosiva, stop a nuove assegnazioni”
“Secondo gli ultimi dati, ben il 45% della popolazione carceraria al Sant’Anna risulta essere tossicodipendente. Questo ben fa capire come possa essere difficile e delicata la gestione da parte degli operatori che sono chiamati a gestire 554 detenuti su una capienza di 372. Solo pochi giorni fa un detenuto ha aggredito cinque agenti penitenziari, tra cui il comandante di reparto. Un altro detenuto extracomunitario, dopo aver inveito contro l’infermiera, si è scagliato contro un poliziotto in servizio colpendolo al volto e facendolo finire in ospedale. I sindacati da mesi, se non da anni, denunciano la situazione esplosiva all’interno del carcere Sant’Anna, facendo presente come siano arrivati negli ultimi due mesi oltre venticinque detenuti provenienti da altre strutture per motivi di ordine e sicurezza e come il sovraffollamento da una parte e la carenza di organico dall’altra stiano causando situazioni ad alta tensione e quindi ad alto rischio. È ora di dire basta: occorre un tavolo di confronto concreto che metta a sedere tutte le parti coinvolte per trovare soluzioni concrete che FI propone da tempo. Faremo un sit in davanti al carcere affinché le risposte non tardino ad arrivare”.
Secondo Platis, “è necessario ridurre le assegnazioni di nuovi detenuti fino a che non vi sarà congrua dotazione organica del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria, attuando intanto soluzioni concrete per porre rimedio al sovraffollamento. Forza Italia sta già lavorando da un lato con il ministro Zangrillo il pronto rinnovo del contratto collettivo relativo al personale della polizia penitenziaria e dall’altro con Ministro Nordio per risolvere il cronico problema del sovraffollamento carcerario. È bene ricordare – ribatte così Platis ai consiglieri Pd Lenzini e Barbari che nei giorni scorsi si dicevano pronti a collaborare sul tema – che il punto critico in cui siamo oggi è dato dai tanti governi di centro sinistra che non hanno dato vita ad un piano carceri. L’ultimo è stato quello di Berlusconi nel 2010 da 660milioni poi depotenziato dai governi successivi. Bisogna puntare – spiega Platis – alle recidive zero, passando da una concezione della pena non “carcerocentrica” ma “umanocentrica”, stimolando il ricorso, oltre che al lavoro carcerario ed extra, a pene sostitutive, misure alternative (rivolte anche a favorire la riabilitazione in comunità per i tossicodipendenti), esecuzione penale nei paesi d’origine e giustizia riparativa. Riteniamo sia fondamentale far sì che vi sia allo studio una soluzione in particolare per tutti quei detenuti tossicodipendenti per i quali il carcere – vista la condizione di dipendenza – non è la soluzione.
Anzi, la loro presenza causa rischi importanti per l’incolumità degli altri detenuti e degli operatori di polizia penitenziaria che, anche a Modena e sempre più spesso si trovano a dover far fronte a situazioni troppo complesse. Le pene non vanno cancellate per i tossicodipendenti ma dobbiamo cercare che, una volta scontata, non la commettano più. Per questo il ruolo della comunità di recupero è il principale strumento per non avere recidive. C’è poi la questione dei detenuti con problematiche di natura psichiatrica che, a loro volta, hanno bisogno di essere trasferiti in strutture adeguate per poter essere seguiti seguiti come necessitano. Da un lato vi è il diritto inalienabile alla cura e alla salute e, dall’altra, la responsabilità di tutte le istituzioni affinché gli agenti di polizia penitenziaria lavorino in sicurezza, senza rischiare la vita ogni volta che entrano in carcere. Secondo l’ultimo report dell’associazione Antigone “la presenza consistente (e in aumento) di persone detenute con condanna definitiva anche lunga ostacola notevolmente la possibilità di fornire un adeguato supporto trattamentale a ciascuna di loro. Forza Italia, con il Partito Radicale Italiano, ha proposto quest’estate in tutta Italia incontri periodici di ascolto con i sindacati della Polizia Penitenziaria e non solo: il sovraffollamento nelle carceri e le condizioni di lavoro degli operatori sono una nostra priorità e lavoreremo fino a che non si troveranno soluzioni concrete”.(sulpanaro)
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