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Ancora un grave episodio di violenza si è consumato presso la Casa Circondariale di Lecce, ad opera di un detenuto extracomunitario con problematiche di natura psichiatrica.
Ma vieppiù, tutto questo con un ridicolo numero di agenti in servizio.
L’istituto salentino, con una presenza di circa 1150 detenuti, a fronte di 799 posi regolamentari, continua a soffrire la grave carenza di personale di polizia penitenziaria, mai adeguato dopo l’apertura del nuovo padiglione, del reparto videoconferenze e del servizio di videochiamate per i detenuti.
La situazione è esplosiva! Il personale è sovente costretto a prestare la sua opera per oltre le 8 ore, di per sé già eccessive se si considera il teatro operativo di riferimento.
Venerdì 16 agosto, in tarda serata, il personale di polizia penitenziaria presente in servizio era di sole 15 unità, più soli due ispettori, a fronte dei 1135 ristretti. Se consideriamo le 30 sezioni (dislocate tra i vari reparti “C1, C2, C3, R1, R2, Infermeria, ROP e femminile) di cui si compone l’istituto, si può ben comprendere il livello di criticità che la polizia penitenziaria è chiamata a fronteggiare in condizioni precarie di sicurezza!
Ed in effetti l’evento critico di inaudiclta violenza ha poi fatto il resto.
Un detenuto di origine extracomunitaria con problematiche psichiatriche ha prima aggredito con ferocia il compagno con cui condivideva la camera di pernottamento. Dopo averlo ripetutamente colpito alla testa dapprima con una caffettiera, per poi infierire (sempre sulla testa) con il televisore e le altre suppellettili. Il malcapitato, cui sono stati riconosciuti 0 (dieci) giorni di prognosi, è stato trasportato a mezzo 118, al pronto soccorso del locale nosocomio in regime di estrema urgenza.
Il peggio è stato evitato grazie al provvidenziale intervento della polizia penitenziaria, obbligata financo a contenere il facinoroso con l’ausilio delle attrezzature di protezione (caschi e scudi).
Come se non bastasse, il detenuto, in preda ad una nuova escalation di nervi, riusciva a svincolarsi ed a intrufolarsi nell’ambulatorio medico impossessandosi di un paio di forbici che agitava contro il personale, che minacciava di colpire, poiché non voleva farsi visitare.
Nel corso di una successiva azione di contenimento, resasi necessaria per la veemenza del soggetto, 7 (sette) unità di polizia penitenziaria rimanevano ferite tanto da rendersi necessarie opportune cure mediche per una prognosi di giorni 5 (cinque).
Nonostante l’impegno del governo in tema di assunzioni auspichiamo che D.A.P. e Provveditorato regionale facciano la loro parte affinché tale situazione venga al più presto sanata, dando al personale di polizia penitenziaria la giusta dignità e tranquillità nel prestare il loro servizio. Non è più tollerabile, infatti, che il personale debba lasciare le proprie famiglie per recarsi al lavoro, consapevole di vivere livelli di stress sovrumani e, ancor peggio, nell’incertezza che la giornata possa finire drammaticamente.
Il Segretario Regionale Alsippe
Roger Durante
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