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Disordini al carcere di Torino: 6 agenti feriti, 2 intossicati
Il “Lorusso e Cutugno” è una polveriera: strutture inadeguate dal punto di vista igienico-sanitario, sovraffollamento e caldo soffocante che inaspriscono le tensioni. Una situazione emersa nella visita istituzionale alla vigilia di ferragosto
Sei agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Torino sono rimasti feriti, in modo non grave, nel tentativo di sedare dei disordini scoppiati ieri in diversi reparti dell’istituto e proseguiti fino alla scorsa notte. È quanto si apprende da fonti informate. Altri due sono rimasti intossicati dal fumo di un incendio. Gli agenti sono stati medicati all’ospedale Cto e dimessi con prognosi che vanno ai 7 ai 15 giorni.
Una situazione problematica, quella della casa circondariale delle Vallette, emersa nel corso della visita promossa alla vigilia di Ferragosto dal Dipartimento Carcere del Movimento Forense, dall’Associazione “Nessuno Tocchi Caino” e dalla Camera penale “Vittorio Chiusano”. La delegazione istituzionale, composta da esponenti dell’associazionismo, dell’avvocatura e della politica, aveva lanciato un allarme per una situazione che è divenuta insostenibile, in particolare per il sovraffollamento. Il carcere torinese, avevano sottolineato i partecipanti alla visita, ospita oggi circa 1.500 detenuti e detenute, a fronte di una capienza reale di 1.100 posti (con celle progettate per essere singole che sono occupate da almeno due persone) mentre il personale addetto alla sorveglianza ha ben duecento addetti in meno rispetto a quelli previsti dalla pianta organica. Strutture inadeguate dal punto di vista igienico-sanitario, sovraffollamento e caldo soffocante che inaspriscono le tensioni, puntualmente sfociate nei disordini di ieri sera.
“Occorrono soluzioni rapide – è stato sostenuto – quali la liberazione anticipata per coloro che hanno quasi terminato la pena o le misure alternative alla carcerazione, indispensabili per contrastare un sovraffollamento che rischia di peggiorare ulteriormente. Occorrono inoltre fondi consistenti per assumere personale e per effettuare interventi di manutenzione necessari per rendere vivibile la struttura per detenuti e personale di servizio, che in parte sono stati avviati ma a lungo erano mancati”.(Lospiffero)
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