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Scarsa attenzione dell’Amministrazione Penitenziaria al carcere di Brissogne

mercoledì 17 luglio, il deputato dellla Valle d’Aosta Franco Manes ha portato all’attenzione della Camera dei Deputati una questione di estrema urgenza riguardante la casa circondariale di Brissogne-Aosta.

Durante il suo intervento, ha interrogato il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sottolineando con forza la gravissima carenza di personale che affligge l’istituto, l’unico della Valle d’Aosta. Manes ha illustrato una situazione allarmante: delle 16 unità previste, solo 3 sono attualmente operative, e tra queste non vi è personale laureato. Questa penuria non è solo una questione di numeri, ma di qualità e di professionalità, elementi imprescindibili per garantire una gestione efficace e umana di una struttura così delicata.

L’annuncio dell’imminente ingresso di 1.704 nuovi agenti della polizia penitenziaria a livello nazionale, con 17 destinati a Brissogne, e di due nuovi educatori a settembre 2024, sembrerebbe una risposta positiva, ma Manes ha giustamente evidenziato che questo è solo un palliativo. Il problema reale e più urgente riguarda il settore socio-sanitario, dove l’80-90% dei detenuti soffre di dipendenze e manca una figura stabile di psicologo. Come si può pensare di riabilitare o anche solo gestire in modo umano queste persone senza un supporto psicologico adeguato?

Manes ha anche evidenziato la critica situazione dei funzionari contabili e degli agenti di polizia, con perdite e trasferimenti che lasciano l’istituto privo dell’esperienza necessaria. Il fatto che la struttura abbia perso 13 agenti per trasferimenti ordinari e ne abbia ricevuti 16, tutti però di nuova assunzione e quindi privi di esperienza, è emblematico di una gestione miope e superficiale delle risorse umane.

Il Ministro Nordio ha riconosciuto la scopertura di 20 unità su un organico previsto di 149, annunciando nuovi reclutamenti e un concorso per ispettori, ma queste parole suonano come vuote promesse. La verità è che l’isolamento dell’istituto e l’alto costo della vita in Valle d’Aosta rendono questa sede lavorativa poco appetibile, e senza incentivi concreti e immediati, difficilmente la situazione cambierà.

Manes, nella sua replica, ha chiaramente espresso che comprendere le difficoltà non è sufficiente. Le scelte strategiche poco lungimiranti del passato e l’abbandono delle aree periferiche sono responsabilità che l’amministrazione deve affrontare con azioni concrete e tempestive. L’istituto di Brissogne-Aosta necessita di maggiori risorse umane qualificate e di incentivi per attirare e mantenere personale esperto e motivato.

È tempo che l’Amministrazione penitenziaria smetta di ignorare le aree più marginali e abbandonate. La Valle d’Aosta merita attenzione e rispetto. Le rassicurazioni del Ministro devono tradursi in azioni immediate e tangibili. La sicurezza, la dignità e il futuro dei detenuti e del personale della casa circondariale di Brissogne-Aosta dipendono da questo. Basta promesse vuote, basta parole: è ora di agire.(valledaostaglocal)

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