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Il NotiziAlsippe del 13 giugno
Viterbo: il carcere intitolato alla memoria di Nicandro Izzo
“Nicandro Izzo è stato un eroe per l’Italia ed è un eroe per il popolo della Polizia penitenziaria. È un esempio per l’Italia ed è un esempio per la Polizia penitenziaria. Lui sapeva qual era il suo dovere e ha servito la patria. L’eroe è colui che nei cuori non muore mai, perché rimane un esempio di vita come Nicandro Izzo”. Così il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove nel suo intervento alla cerimonia con la quale questa mattina è stata intitolata la Casa circondariale di Viterbo alla memoria dell’appuntato del Corpo degli Agenti di custodia Nicandro Izzo.
A Viterbo, ha ricordato il sottosegretario, ci sono anche detenuti della criminalità organizzata al 41 bis. Da oggi le donne e gli uomini del Reparto di Polizia penitenziaria dell’istituto e quelli del Gruppo Operativo Mobile “non diranno più di operare al Mammagialla: ora potranno dire al Nicandro Izzo. Ed è tutta un’altra storia. Non solo perché è poesia, ma perché ricorderà loro, tutti i giorni, chi è un agente di Polizia penitenziaria”.
Accolti dalla direttrice dell’istituto Anna Maria Dello Preite, erano presenti la vice capo del Dap Lina Di Domenico, il provveditore regionale per il Lazio, Abruzzo e Molise Maurizio Veneziano e rappresentanti delle autorità locali. Alla moglie dell’appuntato Izzo, Maria, e ai figli Orsola e Antonio è stata consegnata la pergamena con il decreto di intitolazione. La cerimonia si è conclusa con la scopertura e la benedizione della targa sul cancello di ingresso dell’istituto penitenziario.
Nicandro Izzo, 39 anni, originario della provincia di Caserta, prestava servizio alla Casa circondariale di Napoli Poggioreale “Giuseppe Salvia”. Le numerose minacce di morte che aveva ricevuto ad opera della camorra, avevano determinato il trasferimento presso il carcere romano “Regina Coeli”. Munito di foglio di viaggio, la mattina del 31 gennaio 1983 usciva per l’ultima volta dal carcere napoletano per recarsi a casa e da lì raggiungere la nuova sede di servizio. Ma percorsi pochi metri, nell’affollato Corso Malta, rimase vittima di un agguato a opera di due killer che, a bordo di un ciclomotore e armati di una pistola con il silenziatore, lo colpirono mortalmente alla testa. Le indagini stabilirono la matrice di stampo camorristico dell’omicidio. L’appuntato Izzo è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” dal Ministero dell’Interno.
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