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La denuncia arriva da Osapp, Cisl-Fns e Cnpp
Due agenti della polizia penitenziaria sono stati aggrediti con schiaffi, pugni e pestoni. Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza nel carcere di Uta.
A darne notizia sono stati i responsabili sindacali regionali di Osapp, Cisl-Fns e Cnpp, sottolineando che “il reparto transito ormai si può tranquillamente definire un mini-ospedale psichiatrico giudiziario”.
“Poco meno di dieci detenuti”, evidenziano Giambattista Usai (Osapp), Giovanni Villa (Cisl-Fns) e Gavino Tedde (Cnpp), “riescono a causare tanti problemi, mettendo in evidente difficoltà la polizia penitenziaria che ormai si sente abbandonata dalle istituzioni. Parrebbe che i detenuti abbiano hanno anche minacciato ulteriori aggressioni. Insomma, la situazione è di una gravità tale che potrebbe sfuggire di mano, con conseguenze disastrose”.
“Prima di tutto facciamo gli auguri ai nostri colleghi, affinché si riprendano presto sia fisicamente che psicologicamente e poi”, continuano i responsabili sindacali, “non ci resta che denunciare le ennesime aggressioni. Le istituzioni, che ancora latitano, non si rendono conto che vi è un’emergenza reale e che va affrontata di petto, senza tentennamenti. Le nostre richieste fino ad oggi sono state ignorate da parte dell’amministrazione penitenziaria e dall’Assessorato regionale della Sanità”.
“I detenuti aggressivi”, hanno concluso Usai, Villa e Tedde, “prendano la via della penisola, non inviandoli quindi in altre carceri sarde, come quelle di Nuoro e Sassari, dove anche lì le aggressioni sono all’ordine del giorno. Senza risposte esaustive saremo costretti a proclamare lo stato di agitazione, aprendo una stagione di manifestazioni. La polizia penitenziaria non è carne da macello”.(linkoristano)
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