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Pochi agenti e troppi detenuti nel carcere di S. Michele: Polizia Penitenziaria ancora in stato di agitazione
Carenza di organico e sovraffollamento dei detenuti. Queste le gravi criticità evidenziate dai sindacati della Polizia Penitenziaria Sappe, Sinappe, Osapp, Uspp, Fns-Cisl, Cnpp e Cgil rispetto al carcere di San Michele di Alessandria. Le parti sociali lamentano “una pianta organica errata, dalla quale ne consegue una difficoltà di copertura dei posti di servizio e un continuo carico sugli uffici che si trovano a dar supporto al personale delle sezioni, anziché garantire il regolare svolgimento del servizio“. Lo stato di agitazione, quindi, continua, “in attesa di avere soluzioni concrete”.
I sindacati, inoltre, sottolineato i disagi causati dalla “permanenza di soggetti che creano criticità, non trasferiti in altri istituti né collocati alla sezione articolo 32 in quanto satura. Per questo continuano a creare problemi nelle sezioni detentive. Il flusso in entrata di altri soggetti problematici prosegue, impedendo di fatto di alleggerire le criticità che già preesistenti. Le aggressioni al personale sono ormai all’ordine del giorno, l’ultima da parte di un detenuto nei confronti di un agente infatti risale al 23 aprile”. Per questo motivo “continua a crescere il malcontento tra colleghi” hanno aggiunto i sindacati degli agenti di Polizia “stanchi di continue aggressioni, di promesse non mantenute, di una sicurezza che ad oggi più che mai vacilla a causa di continui arrivi di detenuti problematici che si sono già resi protagonisti negli altri istituti, di episodi di ordine sicurezza e di aggressioni nei confronti del personale”.
Queste le richieste delle organizzazioni sindacali e del personale:
1) A chi di dovere, di intervenire sull’operato di questa Direzione che non risponde alle richieste del personale e allo stesso tempo rallenta le istanze e aspettative della popolazione detenuta e che come diretta conseguenza la loro frustrazione si ripercuote giornalmente sul personale operante ed è spesso causa di eventi critici quotidiani;
2) Invio di personale per sopperire la carenza gravosa in cui versa la Casa di Reclusione San Michele. Si ricorda che il personale svolge turni programmati di otto ore che spesso si protraggono all’infinito per sopperire alle criticità di ordine e sicurezza; ne consegue che il monte ore di lavoro straordinario è esorbitante, ciò rappresenta un dato esaustivo di quale sia lo stato psico-fisico dei poliziotti penitenziari;
3) Il trasferimento di detenuti che si sono resi e si rendono colpevoli di comportamenti turbativi dell’ordine e della sicurezza. Di quei detenuti che si sono resi incompatibili con il resto della popolazione detenuta, talvolta gli stessi hanno chiesto a tutela della loro incolumità fisica il trasferimento ad altra sede e inascoltati hanno manifestato comportamenti aggressivi e ostili verso il personale di polizia. Si sottolinea che troppo spesso i detenuti che hanno aggredito il personale sono rimasti in questo Istituto su disposizione del superiore ufficio di Torino che ne ha solamente disposto lo spostamento nella sezione chiamata “articolo 32”, aumentando di fatto il loro stato di disagio. Si ricorda che l’attuale presenza di popolazione detenuta è causa di costante provvedimenti di condanna da parte della Magistratura di Sorveglianza per trattamenti degradanti a causa dell’eccessivo sovraffollamento. Tutto ciò comporta continue concessioni di diminuzione della pena, connesse non al comportamento corretto del detenuto, ma esclusivamente al sovraffollamento. Inoltre, alla diminuzione della pena, spesso si accompagna la concessione di somme di denaro a risarcimento del danno causato dal sovraffollamento, il cui costo ricade sulla collettività;
4) Si evidenzia che nell’ultimo trimestre, solo alla Casa di Reclusione di San Michele sono arrivati circa 70 detenuti, parte dei quali, con fine pena da Casa Circondariale determinando la mancata omogeneizzazione dei detenuti, impedendo lo sviluppo del progetto “Agorà”, da anni progetto primario trattamentale di San Michele per il quale ci sono stati notevoli investimenti, i quali hanno modificato la stessa struttura del carcere, a oggi non più adeguata a livelli di sicurezza in rapporto alla popolazione detenuta assegnata. Pertanto si chiede chiarezza sul Progetto “Agorà”;
5) Chiarire l’assetto istituzionale dei due istituti alessandrini che dopo l’unificazione della Direzione ha visto un costante peggioramento nella gestione di entrambi gli istituti.(radiogold)
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