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Si fa sempre più critica la situazione all’interno della casa circondariale di Taranto a causa della carenza di personale con le relative ripercussioni all’interno dell’istituto di pena.
A tornare a bomba sulla questione e a sollecitare interventi concreti sono i segretari di Sappe (Ferrara), Osapp (Salvatore), Sinappe (Scarano), UilPa (Guagnano), Uspp (Veneziano), Fns Cisl (Stasolla), Cgil Fp (Lionetti) e Cnpp (Braico) i quali hanno scritto al Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria di Bari, Liberato Guerriero, al direttore della casa circondariale di Taranto, Luciano Mellone, e ai rispettivi segretari regionali e nazionali.
I sindacati sono pronti alla mobilitazione, con sit in davanti alla casa circondariale e anche con lo sciopero della fame. Nel frattempo, come prime azioni di protesta annunciano l’astensione dalla fruizione della mensa ordinaria di servizio e l’interruzione delle trattative sindacali che, in occasione della contrattazione del nuovo Protocollo d’intesa locale, va spostata al tavolo regionale.
“Nonostante le comunicazioni precedenti e le promesse di interventi correttivi, – scrivono gli otto segretari – l’aumento dell’organico previsto è nettamente insufficiente, non solo per rispondere alle necessità immediate della casa circondariale di Taranto ma anche per fronteggiare l’eccessivo sovraffollamento che affligge l’intera regione Puglia di gran lunga superiore al previsto 119% ed arrivando a quasi al 154%”.
Situazione che, come fanno presente i segretari degli otto sindacati di categoria, è particolarmente critica nella casa circondariale di Taranto perché il rapporto agenti/detenuti (nella struttura ce ne sono 938) “è di appena lo 0,28%, il più basso a livello nazionale la cui media è dello 0,54%. Questa situazione – aggiungono gli otto segretari – influisce negativamente sulla programmazione del servizio, costringendo il personale ad affrontare carichi di lavoro estenuanti, con la programmazione del servizio su tre quadranti e con il continuo ricorso al lavoro straordinario prolungando il servizio fino a 10, 12 e addirittura a volte fino a 16 ore lavorative continue”.
Per questo gli otto segretari, pur riconoscendo che l’attuale situazione non è imputabile all’attuale dirigenza dell’istituto tarantino, chiedono un incontro urgente con il capo del Personale, Giuseppe Parisi, e il Provveditore regionale, Liberato Guerriero, “per discutere soluzioni immediate e sostanziali a questa crisi. La sicurezza dell’istituto e il benessere di detenuti e personale – concludono – devono essere garantiti con azioni immediate”.(cronachetarantine)
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