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L’aumento costante di detenuti in entrata, sia definitivi sia in attesa di primo giudizio, e il contestuale trend decrescente di reclusi in uscita, sia per fine pena sia per misure alternative, che sono alla base del sovraffollamento penitenziario; la proposta di inserire detenuti con pena residua di un anno, e quindi in libertà entro i prossimi 12 mesi, in apposite case educative individuate in un elenco certificato dalle autorità sanitarie regionali; l’organico di personale del Corpo di Polizia penitenziaria e le immissioni in servizio di circa 1.300 unità negli ultimi 15 mesi; le oltre 1.300 best practices realizzate nell’ultimo anno e i rimedi trattamentali avviati in sinergia con altri soggetti della società civile per offrire alla popolazione detenuta possibilità formative, scolastiche, lavorative, sportive, anche al fine di arginare il fenomeno dei suicidi. Sono questi alcuni fra i temi affrontati oggi dal capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, nel corso della seconda parte dell’audizione in Commissione giustizia della Camera.
Nel suo intervento, il capo Dap ha risposto alle domande formulate dai commissari durante il primo incontro del 7 febbraio scorso e rimaste in sospeso per mancanza di tempo. Fra le questioni sollecitate dai parlamentari, il sovraffollamento degli istituti, l’analisi del fenomeno suicidario, la carenza di personale di Polizia penitenziaria e di funzionari giuridico-pedagogici, le sanzioni alternative alla detenzione e le pene brevi da scontare nelle case di comunità. E poi il problema delle madri detenute con prole, l’incremento di professionisti sanitari in carcere e il fascicolo sanitario digitalizzato del detenuto, le rems, il diritto all’affettività, l’aumento delle telefonate e i colloqui dei detenuti al 41bis.