Il dramma della polizia penitenziaria al carcere a Vasto: “Non siamo carne da macello”
VASTO. “Chiederemo di incontrare il Ministro della Giustizia Nordio. La condizione del carcere di Vasto è la più drammatica di tutto l’Abruzzo e ha la priorità. Dobbiamo affrontare un percorso senza colori e partiti”.
Si è scritta oggi pomeriggio una nuova pagina del lungo cammino portato avanti con forza e determinazione dalle maggiori sigle sindacali per far luce sulle problematiche vissute dagli agenti di polizia penitenziaria all’interno della casa lavoro di via Torre Sinello.
Un quadro critico che è stato passato in rassegna nel corso del consiglio comunale straordinario nella sala Vennitti a Palazzo di città annunciato nella sala del Gonfalone e a seguito del sit in di Piazza Barbacani
A renderlo Giovanni Notarangelo (Osapp), Fabrizio Faraci (Uil Abruzzo), Mario Tuzzi (Sappe), Francesco Tedeschi (Cisl), Gino Ciampa (Cgil), Lucio Di Blasio (educatore) e Giuseppe Merola (Cnpp) da remoto.
Notarangelo, segretario locale Ossap, ha esordito: “Da un personale fatto di 140 unità siamo passati a una sessantina, ma sulla carta. I colleghi in servizio sono meno di 40, gli altri sono in malattia per le continue vessazioni ricevute. Si lavora per senso dello Stato e per attaccamento al dovere, ma purtroppo devo rimarcare che lo Stato continua a girarsi dall’altra parte nonostante un anno di proteste. A maggio 2021 siamo andati dal prefetto Forgione, ma le cose non sono cambiate, anzi sono peggiorate le aggressioni, aumentati i colleghi con stati di ansia. Per non parlare di ina struttura di 36 anni con gravi problemi strutturali e con la mancanza di una fogna. Nessun risultato è stato raggiunto”.
E il segretario Uil Fabrizio Faraci ha aggiunto: “Il Governo ci sta trattando come farebbe una matrigna. Vasto sta attraversando un periodo bruttissimo. Siamo abbandonati, ma siamo servitori dello stato. Chi indossa una divisa con dignità il lavoro continua a farlo, rischiando la vita. Gli agenti fanno 24 ore di servizio consecutivo, lavorando nel turno di notte pur di coprire il servizio”.
Di Fn Cisl Francesco Tedeschi: “Sottolineo che il problema non è solo all’interno delle mura, ma è del territorio perché gli internati sono persone pericolose per la società. È un ergastolo bianco di persone che spesso all’esterno non hanno famiglia e futuro, ma ci sono anche persone che continuano poi a delinquere. I colleghi sono servitori dello Stato e noi ci rivolgiamo a voi nel grido d’aiuto, siamo maltrattati da chi ci dovrebbe difenderci, ma facciamo lo stesso il nostro dovere. L’unica arma è la penna, ma dopo la relazione i detenuti non subiscono nessuna punizione. Quando il detenuto psichiatrico va al pronto soccorso e dà in escandescenze mette in pericolo la sicurezza dei pazienti, bambini e anziani soprattutto. Questa di oggi non deve esser una passerella politica perché ci sono le elezioni regionali. Noi abbiamo bisogno della politica sia di destra che di sinistra”.
Collegati da remoto la deputata Daniela Torto (M5S), il senatore Michele Fina (Pd), il deputato Luciano D’Alfonso (Pd) è il senatore Etelwardo Sigismondi (FdI).
Quest’ultimo ha detto: “Massima solidarietà per una situazione difficile e al limite della sopportazione. Ho avuto modo di visitare la casa di Vasto così come altri istituti penitenziari e ho trovato situazioni drammatiche. Una battaglia di civiltà, ma di civiltà ne ho vista poca. Gli incontri come oggi ci fanno capire da vicino il drammatico disagio vissuto. Scoperture che toccano il 50 per cento. Oggi il carcere è ancora senza impianto fognario e sono pronto a fare squadra e a tornare a visitare il carcere di Vasto. Bacchette magiche non ne abbiamo, ma la situazione va affrontata con determinazione e impone tempo”.
Per Torto “l’età media è 50 anni con anzianità pari a 28 anni. Tendenza che va invertita soprattutto rispetto alla delicatezza del lavoro svolto. I problemi sono plurimi e non c’è solo la carenza del personale, ma il disagio strutturale. Col Ministero Bonafede avevamo iniziato un discorso sull’assistenza psichiatrica che deve essere affidata a persone qualificato e non alla polizia penitenziaria. Facciamo un percorso di collaborazione il Governo Meloni conosce bene la problematica. Lanciamo la collaborazione tra tutti i colleghi per poter concretizzare non solo con interrogazioni parlamentari, ma con un incontro congiunto tra maggioranza e opposizione col Ministro Nordio. Tutto quello che può essere fatto per chi serve lo Stato deve essere fatto”.
Presenti i consiglieri regionali Sabrina Bocchino (Lega), Pietro Smargiassi (M5S), Manuele Marcovecchio (FI). Quest’ultimo ha detto: “La Regione non ha competenza sulle carceri, ma all’amministrazione regionale afferisce il tema sanitario ed è ora che ce ne assumiamo le responsabilità”.
Nel dibattito successivo hanno preso la parola i consiglieri comunali Maria Amato (La buona stagione), Giorgio Bellafronte (Futuro e sviluppo per Vasto), Francesco Prospero (FdI), Francesco Del Viscio (Articolo Uno), Maria Molino (Avanti Vasto), Luigi Marcello (Città Virtuosa), Giuseppe Forte (Pd), Antonio Monteodorisio (FI). (vastoweb)