Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha telefonato al fratello dell’agente di Polizia Penitenziaria, in servizio presso il carcere milanese di San Vittore, che ha riportato gravi ferite dopo una drammatica caduta nel tentativo di bloccare un detenuto in fuga dall’ospedale San Paolo di Milano.
Il Guardasigilli ha voluto condividere con la famiglia del giovane agente “il suo profondo dolore” per quanto successo ed esprimere al fratello e ai genitori la sua “più affettuosa vicinanza”: “voi familiari dovete essere fieri di lui”, ha detto il Ministro al fratello dell’agente, a sua volta poliziotto penitenziario. “Carmine, col suo lavoro, ha contribuito a garantire al detenuto il diritto costituzionale alla salute e poi ha fatto di tutto – purtroppo con drammatiche conseguenze – per evitarne la fuga. Lo Stato – ha aggiunto il ministro Nordio – gli è riconoscente, consapevole altresì della necessità di migliorare la qualità del lavoro di migliaia di agenti penitenziari”.
“Sentimenti di profonda vicinanza e solidarietà” per il drammatico evento accaduto oggi a Milano, sono stati espressi dal capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, durante la telefonata al fratello. “Un eroe”, lo ha definito il responsabile del Dap.
“Un eroe perché non ha tentennato un solo istante, a scapito della propria stessa vita, nel disperato tentativo di assicurare alla Giustizia un detenuto che stava evadendo. Un gesto per il quale suo fratello – ha assicurato al telefono Russo – avrà il riconoscimento e gli onori che merita da parte dell’Amministrazione Penitenziaria. Un esempio altissimo di spirito di sacrificio che non è ovviamente richiesto ai poliziotti penitenziari nello svolgimento ordinario del loro lavoro, ma che dimostra ancora una volta la straordinaria dedizione degli appartenenti al Corpo che ogni giorno espletano un compito estremamente complesso, delicato e pericoloso per assicurare la sicurezza dei cittadini e affermare i principi di legalità e giustizia