Stop detenuti da fuori regione, torni in Umbria Provveditorato amministrazione penitenziaria
“C’è soddisfazione per l’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa della mia mozione, sottoscritta anche dal collega Valerio Mancini, in cui si chiede alla Giunta di impegnarsi per riportare la sede del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria in Umbria così come è stato fino al 2015. Siamo già in sofferenza dal punto di vista della sicurezza nelle carceri e non possiamo continuare ad essere la ‘succursale’ della Toscana”. Questo il commento del consigliere regionale Manuela Puletti (Lega Umbria) all’indomani “dell’importante risultato espresso in Aula con i voti favorevoli di Lega, Fdi e della lista Tesei Presidente”.
“Non cogliere l’importanza – rimarca Puletti – di avere un Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria in Umbria che definisce, tra le altre cose, anche le destinazioni dei detenuti, vuol dire non avere contezza della quotidianità, delle difficoltà che ogni giorno vivono gli agenti della polizia penitenziaria e continuare a nascondere la testa sotto terra. So bene quanto questa sfida sia difficile, ma siamo l’Umbria, stiamo dando tanto, ed è un dovere della politica far sentire forte la nostra voce nelle sedi opportune per richiedere quanto semplicemente ci spetta, numeri alla mano. Abbiamo reparti sotto organico, agenti che fanno doppi turni o non riescono nemmeno ad andare in ferie, sbeffeggiati da detenuti fin troppo tutelati, umiliati nell’orgoglio di essere uomini dello Stato. Non possiamo voltarci indietro – conclude il consigliere regionale di maggioranza – rispetto alla quotidianità che leggiamo ogni giorno nei giornali o che apprendiamo dai nostri interlocutori. La situazione delle carceri è delicata e non più rimandabile. A tal proposito ringrazio la Presidente Tesei che ha portato in più di un’occasione, non ultima lo scorso giugno, la questione sui tavoli ministeriali e i colleghi che hanno appoggiato questa mia proposta dando, questa volta, un segnale di coesione del centro destra, almeno per chi è rimasto in Aula”.(umbriajournal)