Droni per la sicurezza delle carceri: intesa Dap-Enac
Alzare il livello di sicurezza degli istituti penitenziari attraverso processi di ammodernamento e di innovazione tecnologica delle strutture esistenti e, insieme, creare appositi percorsi di formazione specializzata per il personale di Polizia Penitenziaria. Con questi obiettivi il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, e il direttore generale dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, Alessio Quaranta, hanno sottoscritto oggi un protocollo d’intesa che getta le basi per la sorveglianza degli istituti penitenziari per mezzo di sistemi di aeromobili a pilotaggio remoto (Unmanned aerial systems – Uas), cosiddetti droni. Presenti al momento della firma dell’accordo il presidente di Enac, Pierluigi Di Palma, e i responsabili del Corpo di Polizia penitenziaria della sezione Impianti di sicurezza e sistemi antidrone del Dap, il dirigente Antimo Cicala e l’ispettore Ferdinando Vertucci.
L’intesa servirà a disciplinare la cooperazione e lo scambio di informazioni fra Dap ed Enac e a stabilire principi e modalità di utilizzo degli Uas dell’Amministrazione penitenziaria. In particolare, sarà innalzato il grado di vigilanza grazie alla sorveglianza aerea del perimetro esterno e interno degli istituti e sarà più agevole svolgere attività di monitoraggio in caso di rivolte interne da parte dei detenuti o di manifestazioni di protesta all’esterno delle mura di cinta da parte di gruppi organizzati. L’uso di droni permetterà inoltre di rendere più efficaci le operazioni di ricerca di detenuti evasi e più incisiva la caccia ad altri droni utilizzati per introdurre oggetti illeciti nelle carceri. Infine, sarà più semplice monitorare dall’alto lo stato delle strutture penitenziarie, degli impianti di sicurezza e degli interventi di edilizia.
“Per noi si tratta di un accordo importantissimo – ha spiegato il capo del Dap, Russo – per controllare lo spazio aereo sopra gli istituti e soprattutto per contrastare l’introduzione illecita di telefoni, droga e a volte anche armi che vengono recapitati attraverso l’uso di droni. D’altronde, quando si aprono questi nuovi scenari tecnologici bisogna anche riflettere sul fatto che la criminalità, specialmente quella organizzata, cerchi subito di infiltrarcisi. Pertanto è necessario adottare contromisure idonee a prevenire e contrastare queste minacce”.
“È il primo accordo di ampio respiro con una forza di polizia – ha sottolineato il direttore generale di Enac, Quaranta – poiché gli altri che abbiamo sottoscritto sono più che altro di natura tecnico-operativa. Proprio la sua ampiezza consentirà tutta una serie di spin-off per il futuro, con i quali sarà possibile ampliare e migliorare la collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria”.
Il protocollo – che ha durata triennale – individua una serie di scenari predefiniti in condizioni Visual line of sight (Vlos) e Beyond visual line of sight (Bvlos), a seconda che il pilota sia in grado di mantenere il contatto visivo continuativo con il mezzo aereo o che non abbia contatto visivo ma utilizzi strumenti che consentono di mantenerne il controllo.
Il pilotaggio degli Uas sarà affidato a personale del Corpo di Polizia penitenziaria qualificato dal Centro di eccellenza Apr dell’Aeronautica militare o in possesso di specifico titolo rilasciato da enti di addestramento riconosciute dall’Enac. Per questo, a breve, sarà varato un apposito provvedimento del Capo del Dap per l’organizzazione del servizio.