Un sit-in di protesta è stato organizzato dalle sigle sindacali della Polizia Penitenziaria
Aggressioni ed episodi violenti, sovraffollamento e condizioni di lavoro da eterna emergenza. Al Carcere di Taranto nulla lascia presagire un clima di riabilitazione e così lo Stato fallisce due volte: con la popolazione detenuta e con il personale che opera all’interno di quella casa circondariale. Sono di questa opinione i sindacati di categoria FP CGIL, CISL FNS, UIL PA e SAPPE, che dopo gli ennesimi tentativi di soluzione dei problemi all’interno del “Carmelo Magli” di Taranto e nonostante gli impegni assunti a più riprese dagli Uffici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ora decidono di rivolgersi direttamente al Governo, effettuando il prossimo 3 luglio un sit in, dalle 9.30 alle 12.30, sotto la sede della Prefettura di Taranto. Nel frattempo il carcere di Taranto continua ad essere una polveriera.
A fronte di una capienza regolare di popolazione detenuta di 500 unità, in realtà all’interno del carcere tarantino continuano ad essere 801 persone recluse e una forza lavoro di agenti di polizia penitenziaria di sole 244 unità (a fronte delle 277 previste con capienza regolare – ndr). E’ un caso che merita l’attenzione massima e che invece continua ad essere accantonato e sottaciuto come se lì all’interno non ci fossero persone, quelle che lavorano e quelle che meritano caso mai un’altra possibilità – dicono i sindacati.