In occasione della celebrazione del Santo Patrono San Basilide, protettore del Corpo di Polizia Penitenziaria, desidero rivolgere al capo del Dap, Giovanni Russo, e a tutto il Corpo dI Polizia Penitenziaria, un messaggio di augurio e di sentita partecipazione per questa importante ricorrenza.
Fra poco di due mesi ricorrerà il 75° anniversario da quando, il 2 settembre 1948, con decreto della Sacra Congregazione dei riti, il soldato e martire San Basile veniva proclamato Santo Patrono del Corpo degli Agenti di Custodia, oggi Corpo di Polizia Penitenziaria.
Basilide di Alessandria era uno dei soldati adetti a scortare i condannati a morte fino al luogo del supplizio. Grazie al racconto di Eusebio di Cesarea, consigliere e biografo dell’imperatore romano Costantino I, sappiamo che un giorno egli ricevette l’ incarico di scortare la vergine cristiana Potamiena, condannata a morte per la sua fede. Durante il tragitto, Basilide protesse la donna, respingendo coraggiosamente gli scalmanati e dimostrandole compassione. Toccata da quel gesto, Potamiena gli promise che avrebbe pregato per la sua salvezza, quando fosse giunta al cospetto di Dio.
Pochi giorni dopo, durante un processo, Basilide rifiuto di prestare giuramento e si dichiarò cristiano fra stupore e l’incredulità di tutti. Gettato in carcere, a chi si recava a visitarlo, raccontava che tre giorni dopo la sua morte Potamiena gli era apparsa di notte, dicendogli che aveva implorato per lui la grazia del Signore, che la sua preghiera era stata esaudita e che sarebbe venuta a prenderlo. Così Basilide fu battezzato in prigione e decapitato il giorno successivo.
La figura del Santo incarna perfettamente il ruolo di colui che oggi è chiamato a svolgere compiti assai complessi e delicati, che rispondono a precise richieste della società civile – come la garanzia di sicurezza, la rieducazione e ii recupero del reo – con elementi di giudizio, sensibilità e umanità che sono invece propri, intimi, della sfera personale di ognuno.
Nel ricordo della vita del Santo, non posso non rilevare come la Polizia Penitenziaria abbia contribuito a determinare quel cambiamento del sistema organizzativo e gestionale dell’intera Amministrazione Penitenziaria che, dall’essere fondato principalmente sul controllo e sulla vigilanza, si é evoluto in un modello nel quale la custodia della persona detenuta assume massima centralità. Custodia che ha un valore molto più alto della semplice vigilanza, perchè contiene in sé la necessità di prestare attenzione e cura a chi viene consegnato allo Stato.
Questo compito, cosí nobile e complesso, è mirabilmente sensibilizzato nel motto del Vostro Corpo: ” Despondere spem est munus nostrum “,nel quale viene innalzata a dovere l’esigenza di garantire per prima cosa la speranza. E nostro dovere primario è proprio infondere la speranza, perché da essa scaturisce la forza del vero cambiamento dell’essere umano: ” La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realta delle cose; il coraggio per cambiarle”, così professava Sant’ Agostino.
Rivolgo, dunque, a tutti Voi appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, il mio profondo ringraziamento, come Ministro e prima ancora come cittadino, per l’opera da Voi quotidianamente prestata con spirito di servizio e dedizione, nell’ auspicio che fulgido esempio e la testimonianza di fede di San Basilide siano “di immancabile sostegno e di vero conforto” nello svolgimento di essa