Torna la violenza in Arginone, due aggressioni in due giorni
Gli eventi mercoledì e giovedì, a farne le spese un operatore penitenziario colpito al petto e un secondo scaraventato a terra e preso a calci in testa. Aggredita anche una dottoressa in servizio negli ambulatori interni. I sindacati: “Pronti ad ogni protesta”
Nella mattinata di mercoledì, un giovane detenuto italiano avrebbe violentemente colpito con una gomitata al petto un agente durante le ordinarie operazioni di controllo mattutino, rendendo necessario l’intervento di diversi operatori penitenziari per sedare l’ira del recluso e riportare in sicurezza il reparto, mentre giovedì pomeriggio un altro detenuto, durante una visita presso gli ambulatori medici interni alla struttura, avrebbe dapprima minacciato il medico e, successivamente, colpito al volto e scaraventato a terra l’unico poliziotto, preso poi a calci in testa dal recluso quando era inerme sul pavimento, ed infine non mancava di sferrare violenti calci alle gambe alla dottoressa ivi presente, “colpevole” di avergli proposto una cura dentale differente da quella pretesa prima di uscire dai locali approfittando del fatto che l’operatore penitenziario fosse ancora a terra.
È quanto raccontano in un comunicato congiunto le associazioni sindacali di settore del Sappe, Sinappe, Osapp, UilPA, Uspp, Fns Cisl, Cgil FP e Cnpp.
“Quello descritto è solo uno dei numerosi eventi gravi che stanno accadendo sempre con maggior frequenza presso la Casa Circondariale di Ferrara, a riprova del tentativo che alcuni ristretti stanno da tempo portando avanti di sopraffare il sistema ed imporre i propri “capricci”, minacciando ed aggredendo il personale di Polizia Penitenziaria e bloccando il normale svolgimento della attività quotidiane. Sembra che a nessuno interessi trovare una soluzione al disagio che provano gli operatori nello svolgimento dei propri compiti istituzionali”, scrivono i sindacati.
L’assistente capo coordinatore aggredito, di 58 anni, “che si è sempre distinto per la sua grande professionalità e le indubbie capacità umane e di mediazione, con l’utilizzo dei sui modi sempre pacati e concilianti” secondo i sindacati, dopo essere stato immobilizzato e prelevato dal personale del 118, avrebbe riportato serie conseguenze valutate presso il pronto soccorso dell’ospedale di Cona e da successivi controlli strumentali.
“Mai come in questo periodo si registra la necessità di un intervento da parte delle autorità competenti ed una draconiana riorganizzazione interna, attraverso un congruo innesto di personale e la fornitura di strumenti idonei a contrastare le intemperanze di quella parte di popolazione detenuta sempre più violenta, anche a tutela del resto dei detenuti, la stragrande maggioranza, che ha tutto il diritto di scontare la propria pena in maniera serena e produttiva per il futuro. Le organizzazioni sindacali, che rappresentano tutto il personale in servizio, sono pronte ad ogni forma di protesta valida a ristabilire le ottimali condizioni di sicurezza sul lavoro e di benessere collettivo”, concludono le sigle dei rappresentanti dei lavoratori nel comunicato congiunto.(estense)