Polizia Penitenziaria: Russo incontra i gruppi sportivi
“Questo non è un gesto dimostrativo soltanto di affetto e di rispetto per voi, è un impegno che assumo di essere degno di guidarvi”. Lo ha detto il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, indossando la giacca della tuta delle Fiamme Azzurre, il gruppo sportivo del Corpo di Polizia Penitenziaria, consegnatagli dalla campionessa di pattinaggio Carolina Kostner in rappresentanza di tutti gli atleti presenti.
A distanza di tre mesi dall’insediamento al Dap, Russo ha voluto fortemente incontrare gli atleti olimpici e paralimpici delle Fiamme Azzurre e i calciatori dell’Astrea, insieme ai loro preparatori e agli staff tecnici, guidati dal responsabile del gruppo sportivo, il Dirigente Mariano Salvatore. Le Fiamme Azzurre festeggiano quest’anno i 40 anni dalla costituzione, avvenuta con Decreto Ministeriale del 25 luglio 1983 su iniziativa del magistrato Raffaele Condemi e del campione olimpico Pietro Mennea. E sono invece 75 le candeline dell’A.S. Astrea Calcio, fondata nel 1948 da un gruppetto di appassionati, dipendenti del Ministero di Grazia e Giustizia, che si accordarono per dar vita ad una squadra di calcio formata da appartenenti all’allora Corpo degli Agenti di Custodia.
“Voi siete tutti dei campioni”, ha detto il Capo del Dap rivolto alla macchia azzurra di atleti davanti a lui, “quelli che hanno ottenuto le medaglie, quelli che hanno avuto notorietà, ma anche quelli che non hanno raggiunto risultati e faticano ogni giorno per dimostrare quanto tengono allo sport e quanto lo sport sia utile per la collettività. Voi rappresentate un modello per chi vi guarda, quello che ognuno di noi avrebbe voluto fare”.
“Ho imparato da giovane cosa significa lo spirito di squadra, lo spirito dello sport: si partecipa anche col cuore, si partecipa anche sapendo di dover fare la riserva, di essere pronto a scendere in campo se occorre. Voi però avete una caratterizzazione diversa, perché potete rivestire una maglia che rappresenta una bandiera”, ha sottolineato Russo. “Quando è stato costituito il Corpo della Polizia Penitenziaria 206 anni fa il nome che è stato dato ai suoi appartenenti era quello di ‘soldati di giustizia’. Io penso che voi siate degli ‘atleti di giustizia’, perché quando scendete in campo rappresentate non solo voi stessi, ma lo sport nell’ambito della giustizia. E in un settore particolare della giustizia, un settore che ci porta ad essere vicini a persone che hanno sbagliato gravemente e che lo Stato ha punito con la pena più grave che ci possa essere, la sottrazione della libertà”.
Russo ha anche annunciato una iniziativa del Dap insieme alla Società Sport e Salute per “attività di formazione alla pratica sportiva per un poliziotto penitenziario presso ogni istituto. Perché vogliamo che la pratica sportiva entri stabilmente in tutti i nostri istituti, innanzitutto in favore di tutti gli appartenenti al Corpo e poi, con un effetto traino, verso la popolazione detenuta”. E ha concluso con un appello: “Io vorrei che voi, compatibilmente con le esigenze dei vostri allenamenti, dei vostri campionati, delle vostre gare frequentaste i penitenziari”.