Droga e telefonino in carcere
Gli agenti hanno bloccato una donna e il marito detenuto per rapina
CIVITAVECCHIA – La Polizia penitenziaria si conferma impeccabile nel monitoraggio dei colloqui che si tengono all’interno degli istituti cittadini. I controlli maggiori, ovviamente, riguardano la Casa Circondariale di Borgata Aurelia: gli uomini e le donne agli ordini del dottor Egidio Giramma hanno intensificato le attività ispettive, con particolare attenzione ai congiunti di quei detenuti reclusi per fatti di droga. La difficoltà sta nel garantire lo svolgimento dei previsti colloqui e nel contempo far luce sui reati che potrebbero consumarsi all’interno del carcere. E in questo la Polizia penitenziaria è maestra. Un colpo dietro l’altro, messo a segno dal personale del corpo, che continua a mantenere alta l’attenzione sugli ingressi all’interno dell’istituto.
Gli agenti lo scorso giovedì hanno intercettato altra droga introdotta all’interno della Casa Circondariale. Un colloquio come tanti: una donna di quarant’anni si presenta al carcere per fare visita al marito, un quarantunenne di ostia, detenuto per rapina. Supera le prime verifiche, arriva al parlatorio e riesce anche ad entrare in contatto con il marito. I due si trattengono per il tempo consentito, si salutano e la donna prova ad allontanarsi credendo di averla fatta franca. Gli occhi degli agenti, che funzionano meglio delle telecamere a circuito chiuso, hanno visto quello che non avrebbero dovuto vedere.
«Cortesemente ci segua», questo l’invito rivolto dalle poliziotte penitenziarie alla quarantenne, mentre i colleghi avevano già bloccato il marito e sottoposto a una accurata perquisizione. Non è stato difficile rinvenire nelle disponibilità dell’uomo alcuni grammi di hashish, con molta probabilità pronti per essere ceduti ad altri reclusi all’interno della struttura e un piccolissimo telefono cellulare con tanto di sim.
Il resto del lavoro lo hanno fatto le telecamere: dai filmati visionati dalla Polizia penitenziaria è emerso che la donna pochi minuti prima aveva introdotto in carcere sia la droga che il cellulare, occultando il tutto nelle parti intime.
Una volta ai colloqui per lei è stato un gioco da ragazzi cedere il tutto al marito, ma non aveva fatto i conti con la prontezza degli agenti che in pochi minuti hanno bloccato marito e moglie.
Entrambi ora rischiano fino a quattro anni di reclusione.(civonline)