Cassino – Carcere, proclamato lo stato di agitazione del personale di polizia penitenziaria

Le sigle sindacali SAPPE, OSAPP, FNS CISL, CGIL F, hanno proclamato lo stato di agitazione, “protestando – scrivono spiegando – contro l’Amministrazione Locale per le insostenibili condizioni di lavoro e lo stato di abbandono in cui versano i Poliziotti Penitenziari della Casa Circondariale di Cassino, generando un insostenibile carico di lavoro che si ripercuote negativamente sulla sicurezza dell’istituto e sul personale di Polizia Penitenziaria”.

“Gli agenti che lavorano in prima linea – spiegano dal sindacato – nelle sezioni detentive dell’Istituto Cassinate, soffrono di una situazione di precaria sicurezza individuale e non possono svolgere o sostituirsi a figure professionali competenti, gestione di detenuti con problemi di tossicodipendenza, e detenuti con problemi psichiatrici, ma soprattutto non hanno mezzi idonei e adeguati per fronteggiare situazioni di emergenza, ovvero non si è in grado di gestire tali situazioni sotto tutti i punti di vista, addirittura ad oggi il benessere del personale di questo Istituto viene negato, anche di un piccolo ristoro presso il bar agenti in quanto chiuso, pertanto chiediamo l’intervento dell’Ente Assistenza presso il DAP. Il personale di Polizia Penitenziaria è costretto a ricoprire più posti di servizio contemporaneamente, sistematicamente avviene il mancato rispetto dei diritti soggettivi elementari dei lavoratori. Chiediamo la riapertura di tutti quegli uffici essenziali per la vita detentiva, che ad oggi sono parzialmente chiusi, provocando anche manifestazioni psicopatologiche che sono particolarmente frequenti, la parte Dirigente dovrebbe adoperare con frequenti incontri e dialoghi con la popolazione detenuta.
Alcuni reparti detentivi e posti di servizio sono in uno stato di degrado non rispettano la normativa sulla sicurezza indicata nel Dlgs 81/08 e che necessitano di interventi urgenti di ristrutturazione e adeguamento tecnico funzionale. Precarietà puntualmente segnalate già datate che non vengono ancora prese in debita considerazione dalla politica e dai Governi. Intervenire subito anche da parte del DAP con determinazione visto come unica soluzione per porre fine a questa autentica crisi del pianeta carcere”.(tg24)

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