“Occasioni come questa sono fondamentali, nel percorso di formazione dei ragazzi, per acquisire il senso di cittadinanza e la cultura della legalità”. Lo ha detto il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Carlo Renoldi ad allievi dell’indirizzo Scienze Umane del liceo San Giuseppe, intervenuti questa mattina alla commemorazione del Trentennale della strage di Capaci che si è svolta nella Scuola di Formazione “Giovanni Falcone” di Roma.
La sottosegretaria alla Giustizia Anna Macina insieme al Capo DAP e al direttore della scuola Maurizio Pennelli hanno reso omaggio alla memoria del con la deposizione di una corona davanti alla teca in cui è custodita la Croma sulla quale viaggiavano Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo.
Tra i presenti alla cerimonia, svoltasi davanti a uno schieramento del GOM (Gruppo Operativo Mobile), Barbara Fabbrini, capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi, Daniela De Robert, Componente del Collegio dell’Autorità Garante dei diritti delle persone private della libertà personale e il vice capo DAP Roberto Tartaglia che ha ricordato agli studenti la figura del magistrato ucciso dalla mafia.
La breve cerimonia è stata anche l’occasione per la consegna simbolica del nuovo distintivo del GOM, da parte del Direttore del Gruppo, generale Mauro D’Amico al Capo Dipartimento. Ieri gli appartenenti al Reparto hanno appuntato sulle uniformi lo scudetto, previsto dal Decreto ministeriale del 30 luglio 2020 che ha riorganizzato e reso più efficiente le funzioni e le attribuzioni del reparto specializzato del Corpo. Tre le versioni , della nuova veste: in metallo su supporto in cuoio, in gomma pressofusa e in tessuto, che saranno indossati, rispettivamente, sulla tasca superiore sinistra dell’uniforme ordinaria e sulla manica sinistra dell’uniforme operativa e della polo estiva.
E proprio ieri, per onorare la consegna del nuovo distintivo nel giorno del Trentennale, il Generale D’Amico ha inviato una lettera a tutte le donne e gli uomini del GOM: “Un fregio che è la testimonianza di una appartenenza, che racconta una storia intrisa di orgoglio, di conoscenza, di esperienza, di sacrificio, di rispetto, di specificità e di professionalità”. “Un segno esteriore dei valori cui si ispira il Gruppo nel suo agire”, ha sottolineato con orgoglio, perfino nella “condivisione degli spazi vitali comuni anche oltre l’orario di lavoro”.
Con la riorganizzazione al GOM compete la vigilanza e l’osservazione dei detenuti al regime previsto all’art. 41-bis O.P., compresi il controllo della loro corrispondenza, dei colloqui visivi e telefonici, del sopravvitto e della ricezione dei pacchi. Al Gruppo sono anche affidati i detenuti che collaborano con la giustizia e quelli per reati di terrorismo, anche internazionale: in entrambe i casi specificamente individuati dalla Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento. Il GOM si occupa anche delle traduzioni e dei piantonamenti di detenuti e internati ritenuti ad elevato indice di pericolosità, con modalità operative che possono anche derogare le norme in materia. E infine, su disposizione del Capo del Dipartimento, il GOM può essere mobilitato in caso di emergenza del sistema penitenziario.
Attualmente Il Gruppo Operativo Mobile conta 628 unità di personale, di cui 50 in prova. Ed è strutturato in un Ufficio centrale e in reparti operativi mobili presso gli istituti penitenziari (al momento 13) dove sono presenti i detenuti assegnati al reparto specializzato (attualmente 740, di cui 739 al 41-bis).(gNews)