Carcere di Alba, l’avvio dei lavori è previsto per l’inizio di giugno

Oggi pomeriggio, all’istituto penitenziario Montalto di strada Toppino, sono attesi i tecnici incaricati di svolgere il sopralluogo preliminare

Sono attesi per le 14 di oggi pomeriggio, martedì 16 maggio, i tecnici incaricati di svolgere il sopralluogo preliminare presso il carcere Giuseppe Montalto di Alba, da quasi sei anni e mezzo in attesa dei lavori di ristrutturazione: ad accoglierli saranno il presidente del Consiglio comunale albese, Domenico Boeri, e l’assessore ai Servizi Sociali e assistenziali della Città di Alba, Elisa Boschiazzo, che nella giornata di ieri hanno annunciato ai presenti – insieme ad Alessandro Prandi e Bruno Mellano, rispettivamente garante comunale e regionale per i detenuti, le novità relative all’istituto penitenziario di strada Toppino.

La grande novità annunciata nell’incontro organizzato dal Comune – con il solo senatore Marco Perosino a raccogliere l’invito rivolto a tutti i parlamentari della provincia di Cuneo, in una Sala consiliare che ha visto la partecipazione compatta dell’opposizione consiliare albese e la presenza del consigliere regionale Maurizio Marello –, riguarda la lettera inviata dal Provveditore di Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Rita Monica Russo, con la quale è stato comunicato all’Amministrazione guidata dal sindaco Bo l’avvio dei lavori, previsto per le prime settimane del prossimo mese di giugno.

Il cantiere, la cui partenza – dopo i primi rinvii – era stata annunciata per lo scorso autunno, prevede due fasi: la prima sul corpo attualmente chiuso per poterlo riconsegnare all’uso di destinazione in via prioritaria, la seconda sulla parte meno degradata, adibita a Casa Lavoro, con l’inserimento di una trentina di persone (divenute nel tempo 45) precedentemente ospitate nella Casa circondariale di Biella. La gara di appalto, con un importo complessivo di 4.586.124,42 euro, aveva poi visto la ditta appaltatrice aggiudicarsi il cantiere per poco più di 3,8 milioni di euro, con un significativo ribasso. La cifra è oggi motivo di preoccupazione, perché è trascorso un anno, con un ulteriore peggioramento delle condizioni della struttura: si teme ora che l’importo previsto possa non essere più sufficiente a coprire i costi dell’intervento.

Ad ogni modo, la lettera del Provveditore, dopo gli innumerevoli slittamenti dell’avvio dei lavori, apre un barlume di speranza, “anche se – afferma Mellano – occorrerà vigilare per capire se le tempistiche verranno rispettate. Il calvario che sta subendo quello che sembrava un intervento quasi banale, con delle tubature marce da sostituire, ha dell’incredibile. Non è pensabile che per restaurare il carcere di Alba ci vogliano sei anni di costante attenzione”.

Una perplessità – condivisa da Perosino e Marello – riguarda poi la capacità di spendere i 200 miliardi di euro in arrivo grazie al PNRR e i 100 miliardi di euro di fondi strutturali: preoccupazione legittima, per un Paese che in sei anni non è stato in grado di spendere le cifre, decisamente meno impattanti, a disposizione per mettere a posto le tubature di un carcere.

“Quando il carcere sarà riaperto, cosa succederà? – si chiede il garante comunale dei detenuti, Alessandro Prandi –. Già oggi registriamo una situazione di forte sofferenza, dovuta al sovraffollamento, oltre che a carenze strutturali e progettuali. Cosa avverrà quando arriveranno gli oltre 100 detenuti previsti?”.

In chiusura, l’annuncio di Boeri per l’organizzazione di un incontro, in IV Commissione consiliare, al quale invitare il provveditore Rita Monica Russo e Francesco Paolo Sisto, sottosegretario di Stato alla Giustizia.(lavocedialba)

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