Sardegna. In Regione ci sono 11 Istituti penitenziari e solo 3 direttori stabili

Il Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, fa il punto sulla visita appena terminata in tre luoghi di privazione della libertà in Sardegna: gli istituti penitenziari di Sassari Bancali e di Nuoro Badu e Carros e il Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Macomer:

“Attualmente, in Sardegna, a fronte di undici Istituti penitenziari sono in servizio solo tre direttori, ai quali sono stati affiancati per alcuni giorni alla settimana due direttori in missione. Si tratta di una situazione problematica, con serie conseguenze sulla vita degli Istituti, esemplificata dalla Casa circondariale di Sassari: abbastanza positiva sul piano strutturale, si rivela una sorta di ‘guscio vuoto’, con scarsissime attività. Il rischio è ridursi al semplice mantenimento delle persone. Servirebbe invece una responsabilità di direzione continua.

Un aspetto senz’altro positivo riscontrato è rappresentato dalla qualità dell’istruzione universitaria, che può contare su una rete intranet dotata di archivio di risorse digitali accessibile agli studenti detenuti, già operativa negli Istituti di Nuoro e Alghero.

Il Garante nazionale ha incontrato i Garanti comunali di Sassari e di Nuoro, con i quali ha ribadito l’urgenza che la Regione Sardegna proceda alla nomina di un Garante regionale.

Nel Cpr di Macomer, la percentuale di ospiti effettivamente rimpatriati è particolarmente bassa, attorno al 12%. Anche se posto in una posizione isolata – come del resto la maggior parte dei Cpr italiani – il Centro risulta strutturalmente abbastanza positivo in confronto agli altri presenti sul territorio nazionale.

Sul Cpr, il Garante nazionale ha avuto un positivo incontro con il Prefetto di Nuoro, Luca Rotondi, che ha confermato la disponibilità a un continuo confronto con il Garante nazionale.

Il Presidente Mauro Palma ha inoltre tenuto a Cagliari e a Sassari due seminari informativi sul tema della privazione della libertà rivolti ai Comandanti delle Unità territoriali dei Carabinieri, nell’ambito del ciclo di attività formative che sta svolgendo in tutti i Comandi Legione, sulla base del Protocollo di collaborazione siglato con il Comando generale dell’Arma”.(askanews.it)

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