Proclamato unitariamente dai sindacati lo stato di agitazione permanente del personale di Polizia penitenziaria in Sardegna. “Il sistema penitenziario sardo è una barca alla deriva e il personale è in grave difficoltà a causa della discutibile gestione da parte del Dipartimento, che ad oggi, si è dimostrato incapace di assegnare Direttori e Comandanti di Reparto in tutti gli istituti penitenziari sardi”, denunciano Sappe, Osapp, Uil-Pa, Sinappe, Uspp, Fns-Cisl, Cgil-Fp e Cnpp.
“Attualmente, ci sono solo tre direttori effettivi, a fronte di dieci istituti penitenziari, alcuni dei quali, mancano di direttore e del vice. Ma vi è di più, la grave carenza di sottufficiali di Polizia Penitenziaria, sta determinando ulteriori carenze al ruolo agenti/assistenti, costretti a sopperire alle carenze assumendo incarichi di responsabilità non proprie del ruolo”.
A causa della grave carenza d’organico ed alla mancanza di strumenti atti alla difesa e protezione personale, “è a rischio la sicurezza delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, unitamente alla sicurezza interna ed esterna degli istituti penitenziari, nonché del personale civile che opera all’interno. La situazione è aggravata dalla presenza di circa 700 detenuti di alto spessore criminale ristretti nei reparti detentivi del 41-bis e del circuito Alta Sicurezza. La situazione è aggravata ancora di più a causa della presenza di detenuti psichiatrici”.
Da qui la conseguenza che “il personale si sente abbandonato e spesso deve superare ostacoli insormontabili. Le mancate risposte ed i mancati interventi – concludono -stanno creando malessere e la mole di lavoro insostenibile, determina sempre maggiori casi di stress psico-fisico. Le relazioni sindacali che dovrebbero aiutare alla risoluzione delle problematiche, sono ormai inesistenti”.(sardiniapost)