Oltre 700 detenuti pericolosi nelle carceri della Sardegna, ma mancano le guardie
La protesta della polizia penitenziaria in Sardegna.
In Sardegna il personale di polizia penitenziaria è in grave difficoltà a causa della discutibile gestione da parte del Dipartimento, che ad oggi, si è dimostrato incapace di assegnare direttori e comandanti di reparto in tutti gli istituti penitenziari sardi. Attualmente, vi sono solo 3 direttori effettivi, a fronte di 10 istituti penitenziari, alcuni dei quali, mancano di direttore e del vice. Inoltre, la grave carenza di sottufficiali di polizia penitenziaria, sta determinando ulteriori carenze al ruolo agenti e assistenti, i quali sono costretti a sopperire alle carenze dei suddetti sottufficiali, assumendo incarichi di responsabilità non proprie del ruolo.
A causa della grave carenza d’organico ed alla mancanza di strumenti atti alla difesa e protezione personale, è a rischio la sicurezza delle donne e degli uomini del corpo di polizia penitenziaria, unitamente alla sicurezza interna ed esterna degli istituti penitenziari, nonché del personale civile che opera all’interno. La situazione è aggravata dalla presenza di circa 700 detenuti di alto spessore criminale ristretti nei reparti detentivi del 41-bis e del circuito alta sicurezza. La situazione è aggravata ancora di più a causa della presenza di detenuti psichiatrici.
“Il personale si sente abbandonato e spesso deve superare ostacoli insormontabili. Le mancate risposte ed i mancati interventi stanno creando malessere e la mole di lavoro insostenibile, determina sempre maggiori casi di stress psico-fisico”, fanno sapere i dirigenti del Sappe, Osapp, Uil, Sinappe, Uspp, Cisl, Cigl e Cnpp. “Le relazioni sindacali che dovrebbero aiutare alla risoluzione delle problematiche, sono ormai inesistenti – proseguono i sindacalisti -. Per i motivi sopra esposti, il 21 gennaio abbiamo inviato l’ennesima nota sindacale ai vertici del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, al fine di denunciare la drammatica situazione in cui versa il sistema penitenziario isolano, avviando al contempo, una vertenza sindacale nel quale si proclamava lo stato di agitazione del personale. Tale documento, ad oggi, non ha avuto nessun riscontro, per questo motivo abbiamo deciso di inasprire la vertenza sindacale contro il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.