Carenza di personale nelle carceri, in Abruzzo oltre il 40%. I sindacati: “istituti penitenziari strapieni e senza risorse”
L’AQUILA – Nei vari istituti di pena della regione Abruzzo mancano 219 Poliziotti Penitenziari, su un organico previsto di 1.198 unità degli 8 istituti presenti, ovvero una carenza di personale pari a circa il 20%. I dati ufficiali del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, sono stati diffusi in occasione della visita del Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia, On. Francesco Paolo Sisto, alla Casa Circondariale dell’Aquila unitamente alla denuncia dei sindacati di categoria OSAPP, UILPA PP e S.I.N.A.P.Pe., “dell’ormai insostenibile carenza di personale negli istituti abruzzesi. Purtroppo nella realtà i dati ufficiali risultano distanti dalla realtà, ovvero in Abruzzo per poter garantire tutti i compiti assegnati ai poliziotti penitenziari occorrerebbe un incremento di oltre 400 agenti, cioè il doppio della carenza registrata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, quindi la reale carenza di lavoratori in Abruzzo si attesta su una percentuale superiore al 40%”, scrivono in una nota congiunta i Segretari regionali delle organizzazioni, rispettivamente Nicola Di Felice, Ruggero Di Giovanni e Alessandro Luciani.
“Ad oggi nella regione Abruzzo si riesce a garantire il servizio minimo solo grazie all’abnegazione dei Poliziotti Penitenziari che si trattengono, più o meno volontariamente, ben oltre il proprio turno di servizio, arrivando perfino a svolgere 18 ore di lavoro al giorno – denunciano i sindacati – sovente senza nemmeno la possibilità di consumare un pasto caldo. Ma la preoccupazione maggiore è data dall’assoluta incongruenza del piano di assunzioni che, dati alla mano, non riuscirà nemmeno a garantire il turn-over dei pensionamenti, quindi non abbiamo potuto fare a meno di chiedere al Sottosegretario di farci sapere come viene immaginato il futuro della Polizia Penitenziaria. Lo stress Lavoro correlato è già altissimo, la vita privata delle famiglie dei Poliziotti Penitenziari è condizionata in un modo che eccede qualsiasi limite tollerabile dal lavoro dei propri congiunti, continuamente richiamati in servizio senza tener conto dei tempi di recupero che per legge dovrebbero intercorrere tra un turno e l’altro, sovente senza alcun rispetto degli Accordi Pattizi (AQN, Circolari, D.L., Leggi) da parte di molti Direttori di Istituti penitenziari, impegnati su troppi fronti (vale la pena ricordare che i direttori degli Istituti gestiscono contemporaneamente la Polizia Penitenziaria, la popolazione detenuta, le attività trattamentali per i detenuti e tutta la parte economica delle carceri) e purtroppo vediamo soccombere sempre e solo i diritti dei poliziotti penitenziari”.
Pochi sono gli interventi possibili nell’immediato, osservano le organizzazioni di categoria, ma tra questi è necessario ripensare alla posizione dei detenuti psichiatrici, “che attualmente vengono gestiti nelle sezioni ordinarie a scapito del Poliziotto di turno che si trova a dover essere poliziotto, psicologo, psichiatra, infermiere e qualsiasi altra figura si renda necessaria per gestire il detenuto psichiatrico. Abbiamo quindi chiesto all’Onorevole Sisto di valutare un ripensamento dell’attuale gestione di questi detenuti, che non preveda che tale incarico ricada esclusivamente sulla Polizia penitenziaria. Addirittura ad oggi perfino i malati che sono ricoverati nelle REMS senza necessità della custodia della Polizia Penitenziaria, diventano un nostro problema quando vengono ricoverati in reparti psichiatrici ospedalieri, ed all’improvviso diventa indispensabile la presenza di una scorta della Polizia Penitenziaria”.
Perfino l’organo di controllo ed indirizzo rappresentato dal Provveditore Regionale Lazio, Abruzzo e Molise, Dott. Carmelo Cantone, si trova a gestire ben 4 regioni con diverse esigenze e diversi problemi che “rendono quantomeno difficoltoso per il dirigente dare la giusta attenzione a tutte le direzioni, restituendo in alcuni casi una sorta di immunità a quei direttori che, più di altri, si rendono colpevoli di ‘disattenzioni’ verso i diritti dei lavoratori e che, con ogni probabilità, meriterebbero una maggiore attenzione da parte degli uffici superiori. Riteniamo necessario che il governo e l’amministrazione prendano posizione sui diritti dei lavoratori, avviando una campagna straordinaria di assunzioni ma ancor prima adeguando il carico di lavoro dei Poliziotti Penitenziari alla reale forza lavoro attualmente a disposizione, anche perché sta prendendo sempre più forma una sorta di guerra tra poveri che vede sindacati locali e dirigenti dei vari istituti affrontarsi in una lotta senza frontiere, portata avanti da soggetti chiamati a gestire istituti penitenziari strapieni di detenuti senza le necessarie risorse”, concludono i sindacati.(ekuonews)