La ministra a Busto Arsizio: “Fondamentale il lavoro in carcere”
Il lavoro che nobilita l’uomo. Anche e soprattutto in carcere. “A giugno erano 18 mila, su 54 mila, i detenuti a poterne usufruire. Un numero non piccolo, ma insufficiente: dobbiamo dare a queste persone possibilità di lavoro che inizino dentro al carcere e che possano proseguire dopo, per dare loro una prospettiva diversa”.
Con queste parole, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia intervenendo all’inaugurazione della cooperativa ‘La valle di Ezechiele‘ a Fagnano Olona (Varese) e dopo aver visitato il carcere di Busto Arsizio, ha sottolineato come la necessità di continuare il lavoro di recupero durante la detenzione sia imprescindibile per i recupero.
“Il lavoro dentro e fuori dal carcere ha una funzione decisiva. È La prima strada attraverso la quale ogni persona trova possibilità, oltre che di sostentamento, di espressione di sé, di essere utili, oltre che a se stessi, alla vita sociale” – ha precisato la Guardasigilli – “In questa prospettiva però, il carcere ha bisogno di reti e legami con il territorio, perché solo nella sinergia di tutte le istituzioni, del fuori che va dentro e del dentro che va fuori, si può cambiare la vita delle persone” ha aggiunto. “Da quando sono diventata ministro della Giustizia” – ha specificato ancora – “Mi sono resa conto dei tanti bisogni di cui necessitava il mondo delle carceri, dal punto di vista materiale, ma soprattutto da quello lavorativo, bisogni che si sono ulteriormente aggravati a causa della pandemia. Grazie anche alla politica di massima attenzione voluta del Governo a supporto delle vaccinazioni in questi luoghi, ora finalmente iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel, ma c’è ancora un mare di bisogni davanti a noi”.
La ministra Cartabia che prima di giungere alla Cooperativa “La valle di Ezechiele’ ha visitato i laboratori del carcere di Busto Arsizio ha avuto anche un breve incontro con una delegazione di detenuti e con una rappresentanza di Agenti della polizia penitenziaria.(gNews)