Rivolta nel carcere di Isernia durante il lockdown, chiesto il processo per 16 detenuti
Sono 16 i detenuti per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Isernia e dalla Squadra Mobile di Isernia dopo le rivolte che si sono verificate anche all’interno del carcere di Isernia nei giorni tra il 7 e il 9 marzo 2020 all’alba del primo lockdown. Come si ricorderà le rivolte erano scoppiate in diverse carceri italiane e avevano portato a danni per le suppellettili in circa 7mila euro e danni per la struttura in circa 75mila euro.
Adesso per i 16 è stato richiesto il rinvio a giudizio. “Come noto – si legge in una nota stampa della Procura – nei giorni tra il 7 marzo 2020 ed il 9 marzo 2020, all’alba del cd. lockdown, in numerose carceri italiane si sono verificati, con inquietante coordinazione e quasi in contemporanea, numerose rivolte da parte dei detenuti, apparentemente motivate dalla sospensione dei colloqui in presenza con i famigliari, disposta dal Governo italiano, e da asserite lacune sanitarie legate all’insorgere dell’emergenza pandemica da Covid-19, e degenerate nella devastazione degli Istituti di pena: tali episodi non hanno lasciato indenne la Casa Circondariale di Isernia, nonostante le ridotte dimensioni, la situazione di affollamento tutt’altro che paragonabile con altre Case Circondariali italiane ed il reilme per lo più “aperto” nel quale vivono.
Segnatamente, in data 09.03.2021 alcune decine di appartenenti alle Sezioni 1 e 2 del predetto Istituto avevano avviato – a partire dalle 18,40 circa – una protesta sulla falsariga dei tumulti verificatesi su scala nazionale nella medesima giornata, rifiutandosi in gran parte di rientrare nelle rispettive sezioni, danneggiandone o incendiandone arredi e suppellettili nonché parte del sistema di videosorveglianza, creando barricate impendendo alla Polizia Penitenziaria di recuperare il controllo delle sezioni e aggredendo verbalmente e fisicamente, fortunatamente senza conseguenze, gli stessi agenti, nonché riversandosi (taluni) negli spazi aperti del penitenziario al fine di evadere.
I tumulti hanno costretto all’intervento presso la Casa Circondariale, a sostegno del Personale di Polizia Penitenziaria occupato a gestire l’ordine all’interno delle mura, anche del personale di questa Questura di Isernia, della Guardia di Finanza e del Comando Provinciale dei Carabinieri, al fine di formare un cordone di sicurezza attorno l’edificio e prevenire eventuali fughe, oltre che dei Vigili del Fuoco allertati per la fuoriuscita di fumo dall’edificio dovuto ai piccoli focolai accesi dai rivoltosi.
Le mura perimetrali del penitenziario venivano vigilate, mentre all’interno, a partire dalla tarda serata, veniva effettuata dal Procuratore della Repubblica e dal Questore pro tempore una mirata opera di mediazione e convincimento, mediante interlocuzione diretta con alcuni detenuti al fine di far rientrare la veemente protesta degli stessi.
L’attività di ascolto e mediazione andava a buon fine, di talché intorno all’Ol:30 del 10 marzo 2020 veniva disposta la fine del servizio di ordine pubblico, anche in considerazione del fatto che la situazione emergenziale nel complesso era sostanzialmente rientrata, non riscontrandosi altresì né tra le forze di polizia Intervenute né tra i detenuti né evasioni riuscite.
Giova evidenziare, che nel corso dei tumulti la Polizia Penitenziaria, unica forza presente all’interno della Casa Circondariale, ha gestito la rivolta cercando di garantire al massimo l’incolumità propria e dei detenuti, IVI compresi coloro che hanno preso parte ai tumulti, nonostante le provocazioni e le aggressioni fisiche e verbali subite.
Secondo quanto comunicato dalla Direzione della Casa circondariale, i danni alle suppellettili sono stati complessivamente stimati in euro 7.707,00 e i danni alle strutture ed agli impianti hanno determinato lavori di richiedenti una spesa in euro 74968,9.
Anche tenuto conto del servizio di ordine pubblico di cui sopra e su delega della Procura della Repubblica di Isernia, questa Squadra Mobile avviava specifiche indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica Carlo Fucci e dirette dal Sost. Procuratore Alessandro Iannitti, rispetto a quanto trasmesso all’A.G procedente dalla Polizia Penltenziana nei giorni successivi alla sommossa, acquisendo e visionando i filmati del sistema di video sorveglianza del carcere di Isernia e confrontandoli con quelli effettuati dall’operatore del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica durante i disordini ed effettuando ulteriori a riscontro.
Al termine della suddetta complessa attività, veniva redatta apposita C.N.R. – corredata dalle immagini e da link ipertestuali relativi alle condotte poste in essere dai rei – nella quale si evidenziavano inequivoci di colpevolezza a carico di sedici detenuti.
La complessità degli accertamenti, alla individuazione dei responsabili ed alla ricostruzione sequenziale dei derivava da più fattori, tra i quali la parziale distruzione dello stesso impianto di videosorveglianza, l’abilità dei rei nel travisarsi e nel cambiare gli indumenti e le condizioni ambientali di scarsa visibilità in alcuni momenti topici, creata artatamente dagli stessi mediante l’accensione di focolai all’interno dei corridoi da cui promanava intenso fumo che evidentemente li agevolava nell’opera di distruzione.
Nonostante tali ostacoli, le indagini hanno permesso di individuare 16 detenuti quali indagati a diverso titolo per i di cui agli artt. 419, 336 e 385 c.p., nei confronti dei quali è stato richiesto il Rinvio a giudizio da parte della Procura di Isernia.
In relazione all’accertamento dei fatti delittuosi sopra descritti, i quali hanno avuto ampia risonanza su scala nazionale ed all’interno della comunità della Regione molisana, questo ufficio investigativo ha quindi garantito, in stretta sinergia con la Procura, una risposta efficace ed effettiva, contribuendo al consolidamento della fiducia dei cittadini nell’operato della Polizia di Stato”.(quotidianomolise.com)