Iscrizione come atto dovuto per il comandante e tre agenti che hanno avuto a che fare con il detenuto. Martedì il conferimento dell’incarico per l’autopsia
Sono quattro le persone indagate, come atto dovuto, per la morte del 29enne suicidatosi in carcere lo scorso 1° settembre.
Da quanto risulta a questo giornale, tra di loro c’è il comandante della Polizia penitenziaria a Ferrara, oltre ad altri tre agenti che hanno avuto a che fare con il detenuto.
La loro iscrizione nel registro degli indagati è arrivata con la decisione del procuratore Andrea Garau di eseguire l’autopsia sul corpo dell’uomo, L.L., le sue iniziali, arrestato il 31 agosto dai carabinieri che lo avevano trovato in possesso di un ingente quantitativo di droga, di una pistola rubata e delle relative munizioni. Trattandosi di un accertamento irripetibile, la procura vuole che tutte le persone potenzialmente coinvolte nel fatto – le cui eventuali responsabilità sono ancora sotto verifica da parte della Squadra mobile – abbiano la possibilità di partecipare.
Martedì mattina, in procura, verrà conferito l’incarico al medico legale, che dovrebbe essere la dottoressa Raffaella Marino.
L’indagine mira ad appurare se l’intento suicidario del 29enne – la cui famiglia è assistita dall’avvocato Antonio De Rensis – fosse o meno un elemento noto al suo ingresso nella sezioen Nuovi Giunti e, nel caso affermativo, se siano state messe in atto tutte le misure possibili per prevenire ed evitare l’estremo gesto.(estense.com)